Omicidio Yara, Svolta nell'Inchiesta il DNA di Ignoto 1 è Quello del Killer. Ecco Cosa Accadrà

22 Ottobre 2015   06:11  

BERGAMO - La conferma. Il comandante del Ris Giampietro Lago ha spiegato come, mediante le analisi e la comparazione delle tracce di Dna sugli slip e sui leggings che indossava Yara, si giunse sempre allo stesso risultato: si trattava di un Dna maschile e quel Dna doveva essere stato lasciato dalla persona che aveva aggredito la ragazza.

Una volta raggiunto questo risultato, «in considerazione di una massa enorme di informazioni», forse il problema era «anche economico e di utilizzo delle risorse» di stabilire se esistevano le possibilità di dare un nome alla persona a cui apparteneva quel Dna. «Poteva trattarsi di un autoctono - ha osservato l'ufficiale - o di una persona straniera, o extracomunitaria, che sarebbe stato difficilissimo trovare». Da qui la decisione di una consulenza per la quale ci si rivolse a un Dipartimento legato al Ministero della Giustizia degli Stati Uniti, dal quale si sentì rispondere che le chance per individuare quella persona «erano poche ma era possibile farlo».

Dalle successive analisi emerse che il Dna trovato sul corpo di Yara apparteneva a una persona che «aveva gli occhi chiari e caratteristiche europee». Lago ha anche spiegato che, da un punto di vista forense, è stato rilevato il Dna nucleare (la difesa ha in passato lamentato la mancata corrispondenza tra il Dna nucleare attribuibile a Bossetti e quello mitocondriale trovato sul corpo) mentre, in sostanza, l'esame eseguito su quello mitocondriale era uno scrupolo che, però, non aveva portato a risultati. Il pm Letizia Ruggeri gli ha chiesto se l'esame del Dna mitocondriale inficiava in qualche modo quello sul Dna nucleare. «Assolutamente no», è stata la risposta dell'ufficiale che proseguirà lunedì la sua deposizione.


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