Omicidio di Nicola Bucco, l'appello della famiglia: "Chi sa qualcosa, parli"

Senza nuovi elementi il caso potrebbe essere archiviato

10 Febbraio 2014   10:13  

E' passato più di un anno da quel triste 14 novembre 2012, quando qualcuno, in un appartamento al piano terra di una palazzina sita in via Leopardi di Pescara, non distante dal porto, uccise con tre coltellate Nicola Bucco, operaio 52enne, un omicidio a tutt'oggi ancora irrisolto.

La famiglia di Nicola non riesce a credere che quel giorno nessuno abbia davvero visto o sentito nulla che possa consentire agli inquirenti di fare passi avanti nelle indagini, di fatto stagnanti, e per bocca del propio legale Alberto Faccini ha inteso lanciare un nuovo appello a coloro che, eventualmente, potrebbero essere a conoscenza di qualche dettaglio.

"Non chiediamo che ci venga detto il nome dell'assassino, semplicemente rinnoviamo l'appello per venire a conoscenza di qualsiasi particolare che possa essere utile agli inquirenti" - ha affermato l'avvocato Faccini - "ad esempio un'auto o una bicicletta non conosciuta, ed eventualmente notata nei pressi del palazzo quel giorno, in quella fascia oraria. Qualsiasi elemento, insomma, che possa contribuire a dare nuovi spunti al lavoro degli inquirenti".

L'avvocato ha inoltre voluto sottolineare come "chi volesse fornire eventuali dettagli, può anche non comunicarli alle forze dell'ordine, bensì farli avere all'avvocato della famiglia, che può comunque acquisirle nell'ambito delle investigazioni difensive".

Eventuali nuovi elementi sarebbero di importanza vitale per il prosieguo delle indagini, soprattutto dopo l'esito negativo delle ultime perizie, che costringerebbero gli inquirenti ad archiviare il caso.


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