Oreficeria: la tradizione abruzzese attraverso la lavorazione dell'oro

29 Febbraio 2012   09:57  

Una tradizione ancora tanto viva in Abruzzo, che ha conservato un forte legame con il passato. La cultura della regione è intrisa di quest'arte. La produzione di oggetti sacri, vere opere d'arte di notevole pregio e bellezza (croci astili, calici, ostensori eucaristici), documentano l'opera di artisti come Nicola da Guardiagrele e sono espressione della religiosità abruzzese.

Attraverso i manufatti dell'artigianato orafo è possibile dunque ricostruire aspetti delle tradizioni abruzzesi. Essi raccontano la vita e l'attività delle comunità. Oro, argento, pietre preziose hanno avuto sempre un significato sacrale simbolico collegato ai culti e alle cerimonie delle popolazioni. Un significato ed un impiego che trasmodano il puro senso di decorazione della persona: una funzione magica di difesa.

Era importante il loro ruolo apotropaico, di protezione dagli influssi negativi e dai malefici. Tutti i monili avevano questa doppia valenza, estetica e magica: gli orecchini scacciavano il malocchio e con il loro tintinnio dovevano allontanare gli spiriti del male. Alla corniola, incastonata in un arabesco di filigrana o racchiusa in un anello fuso in osso di seppia, veniva affidata la protezione della salute.

La presentosa posta sul petto delle donne proteggeva il cuore. La produzione di tipo tradizionale è caratterizzata, nel tempo, dalla realizzazione di manufatti in filigrana ma anche dalle tecniche della fusione, dello sbalzo e del cesello.

Botteghe e nuovi laboratori continuano a produrre preziosi manufatti. Gli esemplari tradizionali sono: la "cannatora", collana girocollo che viene realizzata sia con vaghi in filigrana, che in lamina stampata a sbalzo e decorata con piccoli granuli sovrapposti; le "ciarcèlle" o le "sciacquajje" orecchini a navicella lavorati a traforo, che mostrano figure centrali come mascheroni, uccelli e motivi floreali, allusivi di prosperità e benessere (Pescocostanzo e Scanno); la "presentosa", un medaglione a forma di stella laminato e filigranato, con al centro due cuori, simbolo e promessa di amore.

In alcuni centri di produzione la lavorazione della filigrana è privilegiata, come a Pescocostanzo, Guardiagrele e Sulmona, in altri la preferenza va alla micro-fusione ed è utilizzato anche l'argento come a Scanno, derivando i gioielli scannesi dagli accessori (bottoni e fermagli vari) dell'antico costume femminile e dell'abbigliamento maschile; i numerosi amuleti realizzati in filigrana, spesso in argento, che in passato erano riservati al mondo dell'infanzia (la ranocchiella, San Donato, la chiave, il crescente lunare, la stella, il cuore, il cornetto).

Anche L'Aquila, dove l'arte orafa nei secoli scorsi ha avuto un ruolo importante, continua ad essere un centro di produzione. A questi gioielli oggi si affiancano nuove realizzazioni frutto di creatività, ricerca e nuova tecnologia.


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