Orso trovato morto tra Abruzzo e Molise

Nati dieci cuccioli

13 Luglio 2009   16:33  

Gli scarsi resti di un giovane orso, sono stati rinvenuti ieri, (da personale del Servizio di Sorveglianza del Parco e del Dipartimento di Biologia Umana e Animale dell' Università ''La Sapienza'' di Roma) in Molise, localita' Cerasuolo, nel comune di Filignano, al di fuori del perimetro del Parco. L'animale, che aveva circa 18 mesi, e' stato pressoche' completamente consumato da predatori, per cui e' stato possibile recuperarne solo poche parti. L'esemplare era dotato di una marca auricolare trasmittente, per seguirne i movimenti nell'ambito della ricerca in corso volta a determinare consistenza e distribuzione della popolazione di orso bruno marsicano. Da alcune settimane, tuttavia, il segnale radio si era perso, per poi entrare di recente nella modalita' che indica l'assenza di movimento. L'esiguita' dei resti recuperati, come pure il fatto che la morte ' da far risalire a parecchi giorni fa, rende molto problematico accertarne le cause: in ogni caso i resti, che sono stati trasportati presso la sede del Parco di Pescasseroli, verranno sottoposti alle analisi del caso presso l'Istituto Zooprofilattico per l’Abruzzo e il Molise. Salgono quindi a due gli esemplari di orso rinvenuti morti nel corso dell'anno.

A queste perdite si contrappongono fortunatamente segnali incoraggianti di ripresa della popolazione: dopo l'ottimo numero di cuccioli nati nello scorso anno, almeno dieci, anche i primi avvistamenti di queste settimane testimoniano un buon tasso di riproduzione: sono infatti gia' stati avvistati cinque cuccioli nati durante l'inverno scorso. Considerato l'alternarsi di buone e cattive notizie sulla salute dell'orso bruno marsicano, il presidente dell'Ente Parco, Giuseppe Rossi, ritiene pero' che si imponga, ormai, un momento di riflessione, assolutamente necessario, anche nel quadro della ricerca in corso, che coinvolga i vari attori interessati, partecipi del PATOM-Piano di Azione Tutela Orso Marsicano. Bisognera' conoscere a fondo l'attuale situazione, individuare esattamente i provvedimenti piu' urgenti da assumere da altre Istituzioni, oltre a quelli gia' adottati dal Parco: anche se, come previsto nel progetto di ricerca, i dati conclusivi degli studi, che permetteranno l'elaborazione di un vero e proprio piano di gestione del plantigrado saranno disponibili nel 2010 al termine della ricerca. I vari organismi che aderiscono al Patom devono intanto assumersi le responsabilita' che loro competono, proprio per aver sottoscritto quell'Accordo. Altrimenti non si potra' che dichiarare il fallimento di questo 'strumento partecipativo' che tanto interesse aveva invece suscitato al momento della sottoscrizione. Non si vedono infatti, in proposito- sempre secondo il presidente - impegni concreti da parte dei firmatari del Protocollo di intesa del luglio 2006 (regioni, provincie, parchi, Ministero dell'Ambiente. Ispra-ex Infs). Purtroppo, spiace constatare che il coordinamento auspicato e previsto da parte della Regione Abruzzo finora non ha funzionato, che il Tavolo tecnico istituito non sta operando secondo programma, che la comunicazione e lo scambio di notizie tra partner praticamente non esiste.

 


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