Ospedale Atri: chiude l'Utic e si prepara declassamento reparti

Dopo il "declassamento" dei reparti messo in atto dal direttore generale, un secondo effetto drastico di quella che molti definiscono "rivoluzione Varrassi"lo subisce l'ospedale di Atri, dove ieri è arrivata dalla Asl una lettera che dispone, con effetto immediato, la chiusura del'unità coronarica. Le conseguenze sul territorio saranno devastanti, con la Valle del Vomano e la Valle del Fino che rimarranno completamente sguarnite.

In un paio di giorni sarà smobilitata l'Utic che verrà sostituita da un’unità semplice di cardiologia. Lo prevede, appunto, l’atto aziendale emanato giorni fa dal manager e attuato a tempo di record.

Insorge l'opposizione. "La funzionalità dell’Utic di Atri, la cui ragion d’essere è stata ratificata nel tempo dalla sua efficacia nell’azione sanitaria, è in drammatico contrasto con la sua chiusura" dice Paolo Basilico, ex sindaco, oggi consigliere dell'Udc.
"Chiusura - spiega - che creerà serio e certo pregiudizio nel fronteggiare le emergenze cardiologiche del nostro territorio, essendo obiettivamente impensabile che esse possano essere risolte dalla previsione squilibrata e assurda di due Utic, l’una a Teramo e l’altra a Giulianova, che sono distanti fra loro appena 10 minuti. Invece le caratteristiche territoriali e soprattutto per le distanze stradali impongono la conservazione dell’Utic in Atri".

Il nuovo assetto, per Aurelio Tracanna, capogruppo Udc alla Provincia, "penalizza fortemente gli ospedali periferici ed alle aspettative delle relative comunità locali, le cui istituzioni territoriali non sono state chiamate ad alcun confronto prima dell’adozione di un atto così penetrante sul diritto fondamentale alla salute di tutti gli amministrati".

A preoccupare, ora, è la paventata chiusura anche di altri reparti, visto che l'atto aziendale della Asl prevede la soppressione di Gastroenterologia, Psichiatria e Medicina nucleare e declassa al rango di struttura semplice alcuni reparti importanti come l’Ostetricia.