Ospedale San Salvatore: senza risposta le denunce di irregolarità, disservizi, corsie preferenziali

27 Maggio 2013   11:38  

''La denuncia su alcuni disservizi all'ospedale San Salvatore dell'Aquila che lo scorso 26 febbraio l'Associazione per i Diritti del Cittadino aveva inviato al direttore generale Giancarlo Silveri e' rimasta inevasa.''

Lo scrive il presidente del sodalizio Fabrizio Ettorre in una lettera aperta indirizzata al manager della Asl e nella quale - non escludendo di adire le vie legali - chiede di intervenire su alcune criticita' riscontrate in ambito ospedaliero.

Ettorre, che parla di "totale indifferenza" e "assoluto silenzio", ribadisce una serie di problematiche rimaste tali.

In particolare si era denunciata la vergognsa esitenza di ''corsie preferenziali'' per fare accertamenti all’ospedale San Salvatore dell’Aquila.

“Come Lei ben sa - aveva scritto l'associazione a Giancarlo Silveri - le liste di attesa sono lunghissime, ma la cosa grave e’ che non esistono vie ‘preferenziali’ per malati di una certa gravita’ come quelli oncologici o per visite successive ad interventi chirurgici.

Pazienti che attendono mesi prima di poter effettuare risonanze magnetiche o tac necessarie ad intraprendere un eventuale intervento chirurgico che potrebbe essere di qualsiasi entita’ o gravita’.

La cosa piu’ sconcertante è che in una struttura pubblica sanitaria non dovrebbero esserci corsie preferenziali ed invece si’, per gli amici e parenti o amici di amici.

Di certo non Le sto dicendo nulla di nuovo - incalza l'associazione rivolto a Giancarlo Silveri - ma Le chiedo una attenzione in piu’ a chi ha realmente bisogno e non ha la possibilita’ di ‘raccomandazioni’ interne.

Si effettuano dei Day Hospital per aggirare le attese, con la compiacenza di qualche amico o conoscente evitando di corrispondere qualsiasi contributo per il servizio reso.''

Irrisolto poi il problema delle liste di attesa:

"In particolare - si legge sempre nella lettera - ci riferiamo ai lunghi ed estenuanti tempi di attesa (che possono raggiungere le 15 ore) cui vengono sottoposti tutti i pazienti che accedono al Pronto Soccorso.

Il piu' delle volte durante tali attese questi ultimi, spesso persone anziane, sono costretti a rimanere parcheggiati sulle sedie, senza nessun tipo di assistenza, aspettando di essere chiamati per essere sottoposti a visita medica o per conoscere gli esiti degli esami diagnostici eseguiti".

Nonostante quanto gia' denunciato a febbraio l'Associazione per i Diritti del Cittadino denuncia, inoltre, che "in alcuni casi si continua a fare effettuare prelievi ematici a studenti in scienze infermieristiche, che non potrebbero in alcun modo operare in tal senso, se non preventivamente autorizzati dai pazienti, ma anche in questo caso sempre e comunque sotto l'esclusiva responsabilita' del medico di turno, ovviamente presente.

Inoltre - si legge ancora nella lettera aperta - continuo a riscontrare l'esecrabile prassi in base alla quale alcuni medici strutturati vengono sostituiti dagli specializzandi durante l'esecuzione di visite o di percorsi diagnostici, senza che i pazienti siano informati da nessuno.

Sarebbe semplice ovviare a tale problematica, ad esempio obbligando gli allievi infermieri e i medici tirocinanti ad indossare un cartellino con le proprie generalita' e il ruolo rivestito, come gia' suggerito nella nota dello scorso 26 febbraio".

Sempre secondo il presidente dell'Associazione "sembrerebbe che talvolta vengano rinviati alcuni interventi chirurgici programmati.

Pare legittimo chiedersi se subiscano lo stesso trattamento proprio tutti i pazienti e quindi anche quelli che si sono sottoposti a visite a pagamento presso studi privati di alcuni medici.

E' grave che si verifichino tali condotte e che gli ospedali si comportino come aziende a tutti gli effetti, non solo nel conseguimento degli obiettivi economici, ma addirittura nel porre in secondo piano i diritti delle persone malate".

Fabrizio Ettorre sollecita, infine, "un fattivo, concreto e urgente intervento" da parte del manager Silveri "volto alla risoluzione di tutte le criticita' evidenziate.

In caso - contrario - conclude la lettera aperta - mi vedro' costretto ad adire la via giudiziaria"

 


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