Otto mesi dopo, il mio presidio alla memoria

di Marco Sebastiani

07 Dicembre 2009   10:15  

Cominciamo la settimana con questa bellissima lettera di Marco Sebastiani, un  giovane e un aquilano, entrambi status assai penalizzanti nell'Italia dei geronotocrati e che non ha soldi per ricostruire un capoluogo di regione.


''Solo mezz'ora per scrivere cose che penso da una vita.. anzi forse no, le penso solo da aprile..
 
quando le montagne si incazzano puoi urlare, uscire di casa, scappare o fuggire (e non è la stessa cosa),
quando le montagne si incazzano puoi abbracciare i tuoi cari perchè siamo tutti vivi,
maledire, sanguinare, morire, dormire in macchina, scavare tra le macerie, alzare la voce per farti sentire..
quando le montagne si incazzano puoi sperare che ti trovino prima che tu muoia perchè sei intrappolato o sperare di trovarlo prima che muoia...
puoi incontrare chissà chi in piazza mentre togli calcinacci dalle tue ferite sanguinanti.. .
quando le montagne si incazzano puoi vivere o morire, ma non sei tu a scegliere...
 
prima che questa montagna si incazzasse ero felice qui.. speravo di tornare e di trovare la corona di monti che ci circonda coperta di neve..
circondati dai monti, per alcuni niente di più pessimistico, per me niente di più rassicurante...
a volte mi svegliavo la mattina, ancora nel letto, ad indagare la luce che filtrava dalle finestre...
e quando la luce era bianca e non si sentivano rumori non avevo bisogno di andare a vedere, sapevo che era la neve a creare quel silenzio che ti fa sentire fortunato perchè sei uno di quelli che a quell'ora stanno ancora a letto.. io la neve non l'ho mai maledetta...
che bello quel silenzio...
che belle quelle mattine, anche quando devi uscire troppo presto per le tue voglie...
 
eravamo fortunati a vivere su quelle montagne, almeno fino al 5 di aprile... eravamo fortunati finchè ci faceva  comodo...
io mi sentivo speciale... circondato da montagne come se fosse una corona sopra la testa di un re...
e noi eravamo le puci.. bella vita, le puci sopra la testa de nu re...
ma stu re s'è grattato, forse davamo fastidio,
ma stu re s'è grattato e non è molto quello che c'è rimasto...
c'ha levato quello che ci piaceva, c'ha levato quello che ci dava sicurezza,
c'ha levato la presunzio' che dentro casa sè ognuno è re,
c'ha levato la voglia de dì "ji so meglio",
c'ha levato la voglia de rie de sta vita bastarda..

ma a me m'ha messo la voglia di credere che tutto si può fare, tutto si può RIfare, meglio di prima.. mai come prima.. il prima non mi piace, troppe morti.. troppa gente che non rivedo più, pure quelli che mi stavano sul cazzo..

questo è il mio presidio alla memoria.. buonanotte a tutti quelli che sentono il dovere di ricordare, a tutti quelli che sentono il diritto di ripartire..
3e32.. siamo quelli rimasti e che ci credono ancora, forse il vicolo, forse un futuro...

Marco


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