''Pale eoliche a Santo Stefano: se la Regione proprio non capisce, ci appelliamo all'Unesco''

05 Aprile 2012   16:24  

 Walter Caporale, Capogruppo dei Verdi in Consiglio regionale, torna sul progetto di parco eolico a santo Stefano di Sessanio:

''In merito alla mia Interrogazione a risposta immediata sul progetto di Parco eolico su Monte Camarda, ovvero ad due chilometri di distanza da Santo Stefano di Sessanio, l’assessore Di Dalmazio, pur riaffermando un generico impegno per la salvaguardia di Santo Stefano, e di tutti i borghi medievali montani fortunosamente scampati agli scempi edilizi dei decenni passati, ha dato una risposta formale e soprattutto ha dimostrato di essere poco informato sulla reale minaccia che incombe su Santo Stefano, che può a ragione considerarsi la ‘perla’ tra borghi che l’Assessore dice di voler salvaguardare da qualsiasi scempio.

E’ vero, come egli afferma, che alla Regione non è stata richiesta nessuna autorizzazione per l’impianto (la richiesta infatti è stata inoltrata al Comune di San Pio delle Camere nel cui territorio ricade Monte Camarda, e il sito su cui dovrebbe sorgere l’impianto eolico è appena appena fuori dai confini del Parco nazionale del Gran Sasso. Furbi è!).

Ma di queste furbizie non è a conoscenza. Se avesse saputo non si sarebbe arreso così facilmente, trincerandosi in sostanza, con il solito linguaggio ‘burocratese’, dietro una non competenza della Regione poiché, evidentemente, l’impianto non supera una certa potenza. L’assessore avrebbe potuto ricordare, come bene ha fatto l’Ente Parco Gran Sasso, che secondo quanto prevede il Decreto Legislativo 152/2006 (Norme in materia ambientale), la procedura di valutazione di impatto ambientale è applicabile anche ai progetti ricadenti in aree limitrofe al perimetro dell’Area protetta.

A Di Dalmazio, Assessore con delega al turismo, non sfugge certamente l’importanza turistica di questi borghi, per cui avrebbe potuto anche accennare a una Conferenza di Servizi, cioè a una sede di confronto superiore, dove non contano più soltanto le “competenze” in senso strettamente territoriale e burocratico, ma hanno peso i pareri espressi da organi preposti alla tutela ambientale e alla difesa degli interessi collettivi (Ente Parco, Soprintendenza, Regione, Comuni della Baronia, a cominciare da quello di Santo Stefano, il cui Sindaco definisce il parco eolico “un’ipotesi scellerata”).

Insomma, una sede privilegiata di confronto fra tutte le amministrazioni coinvolte da questo progetto, e ciò per garantire il rispetto di fondamentali interessi pubblici, tra i quali quelli dell’ambiente e della tutela del paesaggio. Tuttavia noi vogliamo credere nell’impegno dell’Assessore Di Dalmazio quando afferma che i borghi come Santo Stefano vanno tutelati, perciò vogliamo aiutarlo (vista anche la sua giovane età e i tanti furbi che circolano intorno all’eolico).

E’ mia intenzione presentare una mozione affinché il Consiglio regionale chieda al Ministero dei Beni culturali di farsi promotore presso l’Unesco per l’inserimento di Santo Stefano di Sessanio e degli altri quattro borghi della Baronia di Carapelle (Rocca - Calascio, Castelvecchio Calvisio, Carapelle) nel patrimonio dell’umanità, proprio perché essi offrono un esempio eminente dell'interazione umana con l'ambiente, valore, questo, che va anche oltre la loro eccezionale importanza estetica. Non dimentichiamo che dal 1992 le interazioni tra uomo e ambiente sono riconosciute dall’UNESCO come paesaggi culturali. Sono certo che l’Assessore la voterà.'' 


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