Paolo Rossi: Il Ricordo di un Calciatore Straordinario

23 Dicembre 2020   09:47  

Il calcio ha regalato ai tifosi di tutto il mondo personaggi ed emozioni indimenticabili, sia per chi lo segue per passione che per coloro che si divertono anche a piazzare scommesse sulle varie partite. Per questi ultimi, specifichiamo che a questo link potete trovare un elenco dei migliori siti di bookmaker a cui potete affidarvi in Italia. 

Tuttavia, ora è il momento di dedicare del tempo ad un calciatore e ad una persona straordinaria che è riuscita durante la sua carriera, sia nei club che in nazionale, ad unire i tifosi di tutta Italia, a partire dal Venezia Calcio, fino a squadre come la Roma e la Juvenuts. 

Esatto, stiamo parlando proprio di Paolo Rossi, il campione morto poche settimane fa a causa di un male incurabile che da tempo lo affliggeva. 

Paolo Rossi: Chi Era Davvero?

 È semplice ma allo stesso tempo complicato rispondere a questa domanda. Paolo Rossi era non solo un campione, ma anche un amico, un padre, una persona completamente buona e capace di perdonare anche chi lo attaccava ingiustamente. Specialmente quando subì ingiustamente ben due anni di squalifica a seguito del suo presunto coinvolgimento nello scandalo delle scommesse clandestine avvenuto nel 1980. 

Anche se Paolo Rossi fu l’unico a pagare le conseguenze, il campione affrontò la squalifica in maniera esemplare, continuando ad allenarsi in vista del rientro con la maglia della Juventus. 

Un Calciatore Speciale

Ebbene sì, Paolo Rossi era un calciatore molto dotato, tecnicamente preparato, magro di corporatura, agile e di altezza media. Però, ciò che lo distingueva maggiormente da molti altri giocatori era la particolare intelligenza che aveva sviluppato, ovvero una straordinaria capacità di cogliere l’attimo e compiere prodezze che gli hanno persino guadagnato il titolo di capocannoniere nel Mondiale che ha preceduto l’assegnazione del Pallone d’Oro, uno dei premi più ambiti da qualsiasi calciatore. 

Questo perché Paolo era un attaccante che sapeva destreggiarsi bene in tutto il campo, specialmente all’interno dell’area di rigore avversaria. Anche se inizialmente il giocatore era nato sull’ala destra, fu poi Fabbri, allenatore che lo accompagnò a Vicenza, a chiedergli di ricoprire il ruolo di centro avanti in futuro. Scelta che si è rivelata essere più che azzeccata. 


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