"Come Sindaco e' forse troppo presto per giudicarlo. Ma come conoscitore della letteratura e dalla storia del personaggio piu' celebre della sua Citta', se non dell'Abruzzo, il giudizio sul sindaco di Pescara, Marco Alessandrini, e' inequivocabile: bocciato".
A dirlo e' Paolo Tancredi, deputato abruzzese del Nuovo Centrodestra e capogruppo in Commissione Cultura alla Camera, in riferimento all'articolo apparso oggi su Il Giornale, firmato da Giordano Bruno Guerri, in cui l'autore stigmatizza la decisione del primo cittadino di Pescara di vietare l'utilizzo dello stemma "Pescara citta' d'annunziana" introdotto dal suo predecessore, Luigi Albore Mascia.
"Ogni primo cittadino - aggiunge Tancredi - per fare bene il proprio mestiere, dovrebbe anzitutto amare la propria citta'. E questo, nel caso di Pescara, significa anzitutto conoscere, e se non la si conosce studiare, la grandezza di una figura cosi' importante per la cultura italiana ed europea come quella di Gabriele D'Annunzio.
Per questo motivo lascia senza parole l'estrema superficialita', la sconcertante banalita' culturale che il Sindaco Alessandrini ha dimostrato decidendo di vietare l'uso dello stemma di 'Pescara citta' d'annunziana'".
"Gabriele D'Annunzio, cosi' come le sue opere, e' patrimonio di tutti. E noi, come abruzzesi, dovremmo essere i primi a sottolinearlo.
Eppure - sottolinea Tancredi - cadono davvero le braccia constatare che qualcuno ancora oggi si ostina, senza conoscere o contestualizzare il personaggio nella sua epoca, a politicizzare o, peggio, degradare il Vate a vittima dello spoil system, come ha fatto notare opportunamente Giordano Bruno Guerri sulle colonne de Il Giornale di oggi.
Alessandrini, dunque, torni sui libri. Scoprira', magari, la celebre espressione pronunciata da D'Annunzio quando da Deputato disse, abbandonando i banchi della destra per quelli della sinistra, 'vado verso la vita'.
Leggendola, forse, cambiera' idea. Ma sarebbe ancor piu' grave. O meglio, ridicolo", conclude il deputato del Nuovo Centrodestra.