L’iter istitutivo del Parco Nazionale della Costa Teatina attende la propria conclusione da ormai 13 anni, un record di cui non essere sicuramente fieri per la Regione che si vanta di essere la “Regione Verde d’Europa”. Un verde, come tante volte si è denunciato, sbiadito dal nero petrolio, dal taglio di risorse e territorio ad alcune aree protette, dai colori certamente non accesi ed esteticamente gradevoli di depuratori non funzionanti, dai veleni di una delle discariche più grandi d’Europa e di altre situazioni tutt’altro che virtuose nella gestione del ciclo dei rifiuti, dall’avanzare del grigio della cementificazione sempre più imperante, dalla presenza capillare, attiva e inquietante delle organizzazioni mafiose. E l’elenco potrebbe continuare ancora.
E’ notizia di questi giorni che insediamenti contestati da cittadini, associazioni, movimenti, liberi cittadini, preoccupati della tutela del territorio dove vivono e che amano, come gli impianti petroliferi contro cui l’anno scorso 40.000 persone scesero in piazza a Pescara nella più grande manifestazione della storia di questa Regione, potrebbero diventare “strategiche”. Il futuro dell’Abruzzo, così come di altre Regioni, potrebbe così essere consegnato definitivamente al nero petrolio, cancellandone le ricchezze e i pregi.
Non è accettabile, non si può cancellare il futuro dell’Abruzzo e l’espressione chiara e netta della cittadinanza.
Ancor più grave che questo accada in un territorio che da più di 13 anni ambisce alla tutela di un Parco Nazionale che dovrebbe difenderlo e riconoscerne ricchezze e peculiarità. La classe dirigente deve dare un segnale chiaro e netto, mostri immediatamente e senz’indugi che ha a cuore la costa teatina, l’Abruzzo e chi vi abita: cancelli questa possibilità e il primissimo possibile porti a compimento l’iter istitutivo del Parco Nazionale della Costa Teatina.
E’ stato nominato il commissario che dovrà svolgere questo compito. Come già affermato nelle settimane scorse, ogni passo può essere positivo. Ma proprio per questo non si possono tacere criticità e perplessità. Per un iter così travagliato, e che ha visto forti opposizioni e vere e proprie lacerazioni nel tessuto sociale (soprattutto per responsabilità politiche!), sarebbe stato probabilmente preferibile un commissario tecnico e il più possibile considerato vicino al territorio. Una scelta al di sopra di quella politica che in questi 13 anni non ha dato positiva immagine di sé come già scritto e tante volte criticato.
Il Parco Nazionale della Costa Teatina dovrà essere portatore di una difesa, tutela, visione, amore per la costa teatina e tutto il nostro territorio. Tutti (e associazioni, movimenti, comitati, cittadini, altri portatori di interessi pubblici non verranno meno al loro ruolo) si impegnino perché le accuse tante volte lanciate in questi anni, e anche in queste settimane, che il nuovo Parco sarà invece un nuovo carrozzone dove collocare occupatori di poltrone e non curatori del bene comune, vengano smentite dai fatti. Ci si augura che il commissario possa svolgere il suo ruolo, e portare a compimento la perimetrazione del Parco Nazionale della Costa Teatina anche in meno di un anno, alla luce soprattutto delle tante minacce che si stagliano all’orizzonte soprattutto sul fronte della deriva petrolifera. Si resta fiduciosi in attesa, pronti a sostenere ogni positivo passo, ogni avanzamento verso la realizzazione di quanto si aspetta da tanto, troppo tempo e a festeggiare, speriamo il prima possibile e nel miglior modo possibile, il nuovo Parco. Restando sempre vigili e attenti, senza indugi o indulgenze. Vicende come la scoperta della mega discarica, quanto accaduto in questi anni proprio sul Parco, per non parlare degli attualissimi “sblocca trivelle”, “inquinatore protetto” e (anche se son passati ormai anni ma attualissimo negli effetti) decreto Così Passerà Ombrina Ma Non Solo presto vengano consegnate solo al remoto passato, lì da dove vengono gli unici fossili che sosteniamo.