Salvatore Parolisi, in carcere a Teramo con l'accusa dell'uxoricidio di Melania Rea, dalla sua cella ha scritto una lettera indirizzata alla figlia che lo stesso caporalmaggiore ha deciso di rendere pubblica.
"Cara figlia mia, dal primo giorno di carcere ho sempre chiesto di vederti - scrive Parolisi - anche per poco, il tempo di una carezza, di un bacio. Pensavo che questo era il tuo bene visto che anche la mamma ci e' stata portata via. Dei giudici, pero', con poche righe mi hanno detto che il tuo bene e' quello di non vedermi e di stare lontano il piu' possibile da zia Francesca, dai nonni e dai tuoi piccoli amati cuginetti. Mi sento preso in giro - prosegue Parolisi - quando penso che eri a pochi metri da me e non ti ho potuta riabbracciare e riempirti di coccole e baci."
"Adesso, molti pensano che non potendoti vedere sia un'ulteriore punizione nei miei confronti, ma non capiscono che stanno facendo del male soprattutto a te, figlia mia. Mi piacerebbe, invece, che tutti, giudici compresi, ascoltassero le tue parole che ogni volta mi dici al telefono: 'Papa', quando vieni dal lavoro? Papa' tu sei nel mio cuoricino', oppure quando cantiamo insieme al telefono le nostre canzoncine. Io ti prometto cara figlia mia - scrive ancora Parolisi - che mai nessuno potra' separarci perche' tu sei il frutto dell'amore di mamma e papa'. Bambina mia, tu non sai quanto soffro quando vedo con i miei occhi persone che possono abbracciare i propri figli. Un giorno capirai quello che oggi ingiustamente stiamo vivendo, ecco perche' io non smettero' mai di combattere per la mamma e per te. Ti adoro, tuo per sempre unico e solo caro papa'".