“Le correnti e i posizionamenti precongressuali non ci interessano. Ci interessa fare ogni cosa per ricostruire L’Aquila ed a questo vogliamo dedicare ogni nostra energia, anche perché da qui si vede l’Italia meglio che da Roma. Vogliamo parlare di macerie, le macerie che bisogna rimuovere dall’Aquila, dal partito e dal Paese".
Michele Fina, 30 anni di Avezzano, Assessore provinciale all’Ambiente e alla Protezione Civile dell'Aquila e Segretario provinciale del Partito Democratico, ha affrontato fin dalle prime ore il dopo terremoto dal tavolo del comitato operativo come amministratore, dalla tenda del Pd come dirigente, dalla tendopoli del Globo con la parte dei suoi familiari sfollata. "Il terremoto come ogni evento catastrofico mette a nudo le debolezze e le forze profonde di una città. Il dopo terremoto mette alla prova gli uomini, qualunque ruolo essi ricoprano.
Guardate L’Aquila: qui si può riconoscere l’Italia migliore, il nostro Paese. I tanti migliaia di volontari della Protezione Civile, i servitori dello Stato, la cittadinanza attiva alla ricerca di verità e giustizia oltre le lacrime, la dignità di un popolo, gli immigrati che rischiano la vita per salvare i loro concittadini italiani. La voglia di vincere la paura e ricostruire la città, l’indignazione, le idee, i progetti, il recupero dell’identità in una chiave moderna, la ricerca di un nuovo percorso di sviluppo più rispettoso delle regole e più sostenibile. Tra questo e gli italiani, nel filtro mediatico, c’è Berlusconi che è un imbattibile mago illusionista. Non c’entra niente con la cultura e la sensibilità che qui risiedono, ma è riuscito a metterci il cappello sopra ugualmente".
Fina parla anche del terremoto politico e delle macerie dalle quali il nostro paese non si è più ripreso: "Risale agli inizi degli anni novanta il rispettivo sisma politico del nostro paese, al terremoto che ha piegato le Istituzioni e delegittimato la politica e ancora prima negli anni ottanta, al consumismo e all’indebitamento pubblico irresponsabili. Da allora non abbiamo ancora tolto le macerie e iniziato un piano di ricostruzione del nostro Paese. Vedo in questo la missione del Pd e da questa riflessione ci muoveremo per fare le nostre proposte.
Per restituire al partito democratico la funzione di ricostruttore di nuovi legami sociali, di una nuova cultura, di un nuovo progetto di governo. Questo sarebbe davvero innovativo. Da qui dobbiamo iniziare. A Torino domenica proporrò il lancio di un manifesto e di un appuntamento all’Aquila subito prima del G8, che introdurrà la nostra mozione per il Congresso. Vedremo se i candidati alla carica di segretario accetteranno la nostra sfida. Altrimenti intraprenderemo un altro percorso”.