Per chi si tifa oggi?

L'Italia che cambia bandiera

04 Maggio 2010   12:28  

Ci allontaniamo di qualche chilometro dalla nostra regione. Arriviamo nella vicina capitale della nostra bella nazione. Siamo allo stadio Olimpico ed è domenica 2 Maggio. Sono le 20 e 30. Sta per cominciare il big match della giornata, ma l'aria che si respira non è quella che ti aspetti ad una partita di tale importanza. Si vedono delle scene apparentemente bellissime. Puoi vedere tifosi laziali con le sciarpe interiste, ragazzi di Milano che abbracciano ragazzi romani. Si respira un clima di festa e di amicizia che tutti vorremmo vedere ogni domenica. Potrebbe essere la scena più bella del nostro calcio da far vedere all'estero. Invece non è così. C'è qualcosa nell'aria che non è come dovrebbe essere.

Ore 20 e 45. Fischio di inizio.

La partita dovrebbe essere tirata. Tutti dovrebbero correre dietro il pallone con un fervore agonistico tipico di chi vuole vincere. Ma qualcosa va storto. Si assiste ad uno spettacolo che definire indegno è un eufemismo. Ogni volta che la Lazio si avvicina all'area avversaria tutti i tifosi, laziali ed interisti, fischiano rumorosamente. I giocatori di casa sembrano initimoriti. Sembra quasi che temano di essere troppo pericolosi. Siamo ormai a fine primo tempo quando l'Inter segna il primo gol. Lo stadio esplode in un boato di gioia. I tifosi laziali festeggiano come per uno scudetto vinto. Gli interisti festeggiano per uno scudetto vinto veramente. Cominciano ad apparire i primi striscioni in curva nord. Quello con scritto ironicamente "OH NOOOO" ha già fatto il giro del mondo. Le squadre vanno negli spogliatoi per l'intervallo e lasciano me e molte altre persone a pensare a quello che si è appena visto.

Sono meravigliato. Non riesco a credere che stia succedendo veramente. Guardo i tifosi laziali festeggiare con gli interisti e mi chiedo cosa stia accadendo. Poi la meraviglia lentamente se ne va e comincio a capire che è tutto un fatto emotivo. Il tifoso da stadio è sempre stato abituato a mostrare in pubblico le proprie emozioni. In molte altre sedi, soprattutto istituzionali, spesso le proprie emozioni vengono celate. Penso ad un altro stadio che si trova più o meno vicino all'Olimpico. Siamo sempre a Roma, ma ci spostiamo di qualche chilometro e arriviamo a Montecitorio. Comincio a pensare a come si fa politica in questo paese, a come, molto spesso, l'opposizione sia una finta opposizione. Comincio a pensare a quanti "OH NOOOO" non siano mai stati detti, ma solo pensati nella camera dei deputati. A questo punto la mia percezione dell'accaduto cambia completamente. Ho capito che c'è qualcosa di tipicamente italiano in quello che stanno facendo i tifosi laziali. Quel nostro nazionalissimo modo di fare, per cui si approfitta di qualsiasi situazione per ottenere vantaggio. Non importa che sia la rivalità con l'altra squadra della città oppure un decreto legge, l'importante è trarre vantaggio dalle situazioni che ci si presentano. A questo punto comincio quasi ad apprezzare il modo di fare dei tifosi: almeno loro non fingono di fare opposizione.

I miei pensieri si femano improvvisamente. L'intervallo è finito e comincia il secondo tempo. Ora che ho capito ciò che sta accadendo guardo la ripresa molto più rilassato. Quando a circa metà del secondo tempo l'Inter raddoppia, il boato è ancora più grande e questa volta non mi indigno, ma rido.

La partita finisce. Tutti i giocatori si abbracciano e festeggiano. Per una volta non ci sono stati scontri allo stadio, ma solamente perchè tutti dovevano approfittare della stessa situazione. Il nostro calcio è malato, ma, a conti fatti, solo perchè vive in un paese malato.


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