Per l'Emilia 12 miliardi pronti nella Cassa depositi e prestiti. Per l'Abruzzo invece non si può...

21 Novembre 2012   17:01  

L'ingegner Mancurti, braccio destro del ministro Barca e per molti il nuovo cripto-commissario della ricostruzione aquilana, ha confermato ieri il mancato rifinanziamento della Cassa deposito e prestiti e ha ribadito la necessità di passare dalla modalità del  contributo agevolato a quello del contributo diretto. per non creare buchi nel bilancio dello Stato. 
Il contributo agevolato funzionava in questo modo: il Comune approvava il contributo, la banca versava i soldi alla ditta entro pochi giorni, perchè i soldi erano già nella disponibilità della Cassa Deposito e Prestiti (CDP).

In questo modo si sono ricotruite velocemente le abitazioni B fuori i centri storici, che hanno attinto appunto dai due miliardi stoccati e pronti all'uso, per cosi dire, nella CDP.

Con il contributo diretto invece la certezza dei fondi e l'immediatezza del finanziamento, decisiva per una ricostruzione senza intoppi verrà a mancare. Dopo l'inizio dei lavori la ditta presenta al Comune, il SAL (stato avanzamento lavori) che lo analizza con l'Ufficio Speciale, che lo rende noto al Governo, che dovrà poi finaziarlo. Con tempi evidentemente lunghissimi.  

Il motivo per il governo è con il contributo agevolato, versando cioè tutti inseme i fondi da spendere per la ricostruzione, si  creerebbe un buco nelle casse dello stato.

Ma nello stesso tempo il governo ha versato 12 miliardi per la ricotruzione post-sismica in Emilia, che adotterà il metodo del contributo agevolato. 

Leggiamo dal portale della Regione Emilia Romagna: 

Dodici miliardi per le aree terremotate, 6 per la ricostruzione e altrettanti per la copertura della deroga fiscale: è quanto ha determinato la Cassa depositi e prestiti (Cdp), il cui consiglio d’amministrazione ha varato la disponibilità di due plafond che, dopo un accordo con le banche, renderanno immediatamente disponibili i fondi per cittadini e imprese che abbiano subìto danni in seguito al terremoto dello scorso maggio nei territori di Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia.

Con questa determinazione, si avviano dunque i meccanismi per accedere sia alle risorse per gli interventi di ricostruzione di abitazioni ed imprese sia per la per la dilazione del pagamento di tributi dei titolari di reddito d'impresa.

Il primo Plafond, dotato di 6 miliardi di euro, replica il meccanismo dell'analogo strumento della Cdp dedicato alla ricostruzione in Abruzzo e appena esaurito.

Questo consentirà alla Cassa depositi e prestiti di fornire provvista agli istituti di credito per la concessione di contributi fino all’80% delle spese ammesse ai soggetti danneggiati dal sisma per interventi di riparazione, ripristino e ricostruzione di immobili adibiti ad uso residenziale e ad uso produttivo, inclusi gli impianti e i macchinari.

Finanziamenti che come già stabilito saranno disponibili dall’1 gennaio 2013.

Il secondo Plafond permetterà alla Cassa di fornire provvista di scopo agli istituti di credito per la concessione di finanziamenti agevolati a favore dei titolari di reddito d'impresa

- che hanno subito danni a seguito del sisma

- per la dilazione del pagamento di tributi, contributi previdenziali e assistenziali e premi per l'assicurazione obbligatoria, dovuti allo Stato per effetto della sospensione degli adempimenti da maggio a novembre del 2012 e degli oneri dovuti dal 1 dicembre 2012 al 30 giugno 2013.

Una convenzione sottoscritta da Cdp e banche (Abi) regolerà le modalità di utilizzo della provvista e le caratteristiche dei finanziamenti erogati dagli istituti di credito ai soggetti danneggiati, nell'ambito dei principi già fissati dalle norme, come la durata massima (25 anni) e l'erogazione sulla base degli stati di avanzamento dei lavori finanziati.

I due plafond si aggiungono alle numerose iniziative intraprese da Cdp a sostegno delle popolazioni e delle attività produttive colpite dagli eventi sismici del maggio 2012: dalla sospensione, per tutto il corrente anno, del pagamento degli oneri dei mutui concessi agli enti locali interessati dal terremoto

- senza aggravio di interessi

- alla costituzione di una specifica misura nel Fri ("Fondo Rotativo Imprese") dedicata alle grandi imprese;

dalla devoluzione alle Regioni di 100 milioni di euro (già stanziati dal bilancio dello Stato in favore di Cdp) per la concessione di contributi in conto interessi, all'introduzione della misura di durata 15 anni nel Nuovo Plafond Pmi, specificamente dedicata alle piccole e medie imprese operanti nei territori colpiti dal sisma.

 


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