Per un Comune unico subequano

di Berardino Musti

25 Giugno 2011   16:19  

'' Dal prossimo primo luglio, grazie alla rideterminazione territoriale, quattro Comunità montane abruzzesi prenderanno il posto delle 11 precedenti: la "Montagna Sangro Vastese", la "Montagna Pescarese", la "Montagna di L'Aquila" e la "Montagna Marsicana".

Mi sembra di poter dire che la Comunità Montana Sirentina dovrà per forza maggiore cessare la sua funzione. A fronte di ciò si può affermare che la cocciutaggine dei nostri amministratori non è stata premiata e si può dire con chiarezza che non c'è stata lungimiranza da parte loro nel capire che stavano difendendo un carrozzone che in trentasei anni, istituzione Comunità Montana Sirentina 30 dicembre 1975, di attività amministrativa ha prodotto solo arretratezza nel nostro territorio.

Un vero progetto di sviluppo nel nostro territorio non c'è mai stato, non si è voluto o non vi è stata capacità amministrativa di attuare soluzioni che andassero ad incidere strutturalmente sull'economia subequana, quindi non si sono create le condizioni di permanenza della popolazione subequana.

Gli indici demografici indicano un forte invecchiamento della popolazione e nascite al di sotto della media nazionale: al primo gennaio 2011, nei sette paesi della Valle Subequana, i residenti erano 3.528 mentre nell'arco del 2010 ci sono stati 71 decessi e 15 nascite, ( fonte istat ).

Sono dati allarmanti che in modo inequivocabile dicono che vi è stata carenza di idee o mancanza di volontà per arrestare lo spopolamento, una vera piaga per il nostro territorio agonizzante. Purtroppo la politica sino ad oggi non propone e non opera, mentre dovrebbe prendere coscienza che l'estinzione del popolo subequano in modo lento ma costante è vicina.

Il nostro territorio ha bisogno della Politica con la "P" maiuscola e di amministratori capaci di rompere i vecchi equilibri per dare speranza di sopravvivenza a questa nostra cara terra, che sappiano analizzare con estrema lucidità le novità da apportare nella gestione amministrativa e che abbiano chiaro quando si sia prossimi al punto di non ritorno, amministratori capaci di prendere decisioni con celerità perché non vi è più tempo da perdere.

Urge cambiare radicalmente il modo di amministrare la nostra valle, bisogna ricostruire un assetto istituzionale adeguato e questo è possibile solo con la fusione dei comuni che equivale ad un completo riassetto degli Enti Locali con la creazione di un Nuovo Comune a fronte della sostituzione degli attuali sette comuni. Tutto questo implica uno snellimento del "sistema amministrativo" con conseguente gestione univoca del territorio da parte di un unico soggetto avente funzione amministrativa cioè un solo sindaco della Valle Subequana.

Un Comune unico potrebbe dare risposte concrete, al contrario la frammentazione non solo indebolisce la rappresentanza ma costituisce un aggravio dei costi per il territorio.

Diversamente si continuerà a gettare una luce sinistra sulle prospettive di sopravvivenza del nostro territorio. Il Movimento per il Comune Unico Subequano da tempo si è posto il problema dello spopolamento e del conseguente irreversibile sfibramento del tessuto sociale, ma il nostro messaggio non è stato recepito dai nostri amministratori reticenti anche a far eseguire uno Studio di Fattibilità finanziato peraltro dalla Regione, probabilmente perché non interessati al raggiungimento del Comune Unico.

Detto questo, anche se il mio giudizio appare critico e di sfiducia verso chi ci amministra, ritengo che sia giunto il momento che sindaci e cittadini insieme siano chiamati ad una forte assunzione di responsabilità perchè nel nostro territorio urgono scelte lungimiranti tra cui, in primis, la fusione dei Comuni Subequani, sarà un'occasione per dare impulso e vitalità al nostro territorio dopo decenni di sostanziale immobilismo. Dobbiamo dunque dare una chance di sopravvivenza al nostro comprensorio per le generazioni che verranno.

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