Una vittoria di cuore e grinta, come la voleva Cristiano Bergodi alla sua "prima volta" su una panchina di Serie A. Nel freddo polare dell'Adriatico il Pescara affonda il Genoa dell'ex Ciro Immobile e vince uno degli scontri fondamentali per raggiungere la salvezza: i tre punti di oggi, infatti, hanno permesso al Delfino di scavalcare, oltre ai rossoblu, anche il Siena, agganciando così il terzultimo posto a pari punti con Palermo e Bologna (che deve però ancora giocare domani con la Lazio).
Insomma, una bella iniezione di fiducia per i biancazzurri, rivitalizzati dopo il rientro dagli spogliatoi: Bjarnason e Weiss hanno cercato di dare maggiore precisione e lucidità negli ultimi venti metre ad Abbruscato e Vukusic, è spettato il compito di trasformare il gioco in reti. Buone indicazioni, inoltre, sono arrivate anche dalla difesa che torna a non subire gol dopo più di un mese: non accadeva, infatti, dallo scorso 4 novembre quando il Delfino piegò il Parma con lo stesso risultato di oggi.
La cronaca. E'una delle partite chiave della stagione del Pescara: all'Adriatico, infatti, arriva il Genoa di Luigi Del Neri che vive una situazione di classifica decisamente imbarazzante con un solo punto in più rispetto al fanalino di coda abruzzese.
Nonostante il freddo e il gelo arrivati da ieri in Abruzzo, il clima in campo è rovente: c'è bisogno di trovare la prima vittoria stagionale per Cristiano Bergodi a caccia di tre punti fondamentali per centrare una salvezza che, attualmente, sembra piuttosto difficile.
Bergodi sceglie il 4-3-1-2 del secondo tempo di Cagliari in Tim Cup, torna a dare fiducia tra i pali a Perin (insidiato alla vigilia da Pelizzoli) e propone una difesa a quattro con Balzano e Modesto sugli esterni, mentre centralmente vengono schierati Cosic e Terlizzi. A centrocampo ancora spazio per Bjarnason e Togni, mentre Nielsen ruba la maglia da titolare a Cascione. In avanti, Weiss è il fantasista alle spalle della coppia Vukusic-Abbruscato. Parte dalla panchina Juan Fernando Quintero.
Tra i rossoblu Borriello, come anticipato alla vigilia, vince il ballottaggio con il grande ex di turno Ciro Immobile.
La gara parte a ritmi blandi: la paura di sbagliare è tanta, così come il timore di perdere punti preziosi a questo punto incide tantissimo sulla testa dei giocatori che cercano di affidarsi al ragionamento piuttosto che all'istinto. Istinto che, per poco, non trova la sua vittima sacrificale in Romulo Togni: il brasiliano, infatti, ammonito dopo soli cinque minuti, neanche novanta secondi dopo il primo cartellino rischia di venire espulso per un fallo commesso su Jankovic ma a graziarlo ci pensa l'arbitro Celi. La partita, comunque, rimane bloccata: Genoa e Pescara giocano a non farsi male e per vivere le prime emozioni del match bisogna aspettare di vedere qualche errore. Il primo, arriva al 17' ed è puramente di distrazione: la difesa biancazzurra e lo stesso Perin rimangono immobili sul tiro cross di Vargas che colpisce la traversa. Un brivido di paura corre sugli spalti dell'Adriatico, ma il risultato è ancora in parità. Tuttavia, i biancazzurri non sono concentrati e lo si capisce cinque minuti più tardi quando Cosic commette un'ingenuità clamorosa a beneficio di Borriello che, dopo essersi involato verso la porta di Perin, si vede negare la gioia del gol dal portierino abruzzese. Il gioco del Pescara stenta a decollare: Weiss prova a farsi vedere in qualche circostanza ma il massimo che riesce ad ottenere è una conclusione debole e centrale verso Frey, il tutto alla mezzora di gioco. Gli uomini di Bergodi soffrono e al 40' è ancora il Genoa a sfiorare il vantaggio: Kucka ci prova da lontanissimo, palla che scheggia la parte superiore della traversa e termina sul fondo. Fischi e brividi (non solo di freddo) al rientro delle squadre negli spogliatoi.
Nella ripresa il copione cambia decisamente. Passano appena sette minuti e il Pescara trova il vantaggio: bella combinazione tra Bjarnason e Weiss che permettono all'attaccante biancazzurro di trovare la rete che fa da spartiacque al match. A questo punto Del Neri si gioca la carta dell'ex: entra Ciro Immobile, applaudito dai suoi ex tifosi. Ma non c'è pietà neanche per il bomber che ha regalato la promozione nella scorsa stagione: troppo alta la posta in palio per farsi tradire dalle emozioni e il Pescara gioca a testa bassa alla ricerca del gol-sicurezza. Ci provano ancora Weiss e Bjarnason (completamente rivitalizzati dopo l'intervallo), ma la conclusione dello slovacco finisce al lato destro del palo difeso da Frey.
Alla mezzora arriva il raddoppio: Bjarnason regala a Vukusic l'assist per la sua prima rete stagionale: impazzisce l'Adriatico che, dopo un primo tempo piuttosto difficile, si trova a vivere il doppio vantaggio ad un quarto d'ora dal termine. Minuti che Bergodi dalla panchina e giocatori dal campo, riescono a passare più in fretta del prevista: arriva così il quarto successo stagionale per il Pescara che torna a respirare.
PESCARA-GENOA 2-0
Pescara: Perin, Modesto, Cosic, Terlizzi (17’st Capuano), Balzano, Nielsen, Togni, Bjarnason, Abbruscato (30’st Cascione), Weiss, Vukusic (42’st Jonathas). All. Bergodi
Genoa: Frey, Sampirisi, Granqvist, Canini, Moretti, Toszer (12’st Immobile), Jankovic (30’st Rossi), Merkel (12’st Seymour), Kucka, Vargas, Borriello. All. Delneri
Arbitro: sig. Celi di Bari, coadiuvato dagli assistenti Del giovane e Maggiani e dagli addizionali Guida e Mariani; IV uomo: Costanzo di Orvieto
Marcatori: 8’ st Abbruscato (P), 29’st Vukusic (P)
Ammoniti: Togni, Vukusic (P), Kucka, Sampirisi, Vargas, Seymour (G)
Note: consegnato dalla Pescara Calcio un assegno con parte dell’incasso odierno in favore della ricostruzione di Rolo in Emilia. Sparuta presenza di tifosi ospiti nel settore loro preposto in Curva Sud