Pescara.Piccoli commercianti affogano,l'allarme di Confesercenti

I clienti preferiscono lo Shopping center...

13 Marzo 2009   11:29  
Periodo critico per il commercianti del Pescarese. Il vistoso calo delle vendite, la delusione dei saldi e i fallimenti sempre più frequenti di attività appena avviate, costituiscono soltanto una parte del complesso scenario che sta caratterizzando l'esercizio della vendita nel Capoluogo adriatico. Sembra che a ripararsi con successo dal vento della crisi siano soltanto le griffe, per il resto occorre reinventarsi, associarsi, creare nuovo servizi e forme di intrattenimento, modificare anche gli orari se necessario, altrimenti sarà sempre più difficile arrestare l'epidemia di chiusure e cambi di gestione che sta imperversando nella Provincia.

Ad affermarlo, con lo stesso spirito risoluto e combattivo di sempre, è Confesercenti, che tramite un'indagine condotta su 600 attività operanti nel Pescarese, ha rilevato pensieri, preoccupazioni e percezioni dei commercianti, sempre più indaffarati nel reperimento di strategie che possano riavvicinare la clientela al gusto dell'acquisto, e soprattutto alla realtà del piccolo negozio cittadino, spesso evitato per via dell'attrazione crescente che il centro commerciale esercita sulle famiglie e la gioventù locale, attratte rispettivamente dal comfort del parcheggio, e dal divertimento che lo shopping center si impegna ad offrire loro.  

"La crisi sta cambiando la mentalità degli esercenti: le resistenze ai cambiamenti che prima erano forti, adesso, specialmente in previsione dell’apertura dell’outlet village di Città Sant’Angelo, si stanno attenuando". E' quanto afferma il presidente di Confesercenti, Bruno Santori, che commentando i dati emersi dal sondaggio, espone l'urgenza di riformare l'intero settore produttivo(5000 imprese per 9000 occupati), dando vita a forme di commercio maggiormente in linea con lo spirito del tempo, in grado di ridimensionare ed invertire la grave contrazione d'affari registrata nei primi mesi del 2008.

IL CALO D'AFFARI

Un disagio economico che trova origine nello scorso biennio. Nel corso del 2007, internamente alla provincia di Pescara, sono state 592 le nuove imprese, a fronte delle 816 che hanno chiuso i battenti. Un saldo negativo particolarmente allarmante: ben 224 aziende sono scomparse portandosi via centinaia di posti di lavoro: una situazione solo in parte riconducibile alla crisi. La presenza dei grandi shopping center proliferanti nell'economia abruzzese sembra stia falcidiando le opportunità di guadagno dei più dimensionati negozi cittadini. Le risposte fornite dal campione selezionato da Confesercenti evidenziano le difficoltà percepite ultimamente dai commercianti pescaresi: il 43,9% dichiara vendite natalizie nettamente peggiori rispetto allo scorso anno, mentre soltanto il 13,9% appare in grado di affermare il contrario(generalmente i negozi cosiddetti "di lusso"). Notizie negative anche sul fronte saldi: quasi il 40% del campione afferma di aver incassato di meno rispetto al 2008, mentre la restante parte degli intervistati dichiara una situazione di sostanziale immobilismo. Una cosa però sembra essere certa, per tutti gli individui coinvolti nel sondaggio i saldi vanno riformati: liberalizzati per il 21%, anticipati per il 36%, e posticipati per la maggioranza( 43%), la quale non ritiene sia giusto che la merce venga svenduta nel pieno della stagione, riducendo così il margine di guadagno.

PARCHEGGI E SICUREZZA

Dall'analisi delle risposte fornite dagli esercenti la recessione sembra essere soltanto uno degli aspetti negativi che contribuiscono al calo d'affari registrato in Provincia. Inaspettatamente la prima causa elencata dagli intervistati è la carenza di parcheggi: non trovando il posto auto i clienti si spingerebbero verso i centri commerciali delle zone limitrofe. Presente tra i motivi di scarso rendimento economico anche la percezione della sicurezza: per il 59% dei commercianti ascoltati l'area in cui gestiscono l'attività "non è tranquilla", per il 62% è la presenza delle forze dell'ordine a scarseggiare, mentre per il 91% la chiusura dei negozi renderebbe le strade ancora meno sicure. Il quartiere descritto come più rischioso è Portanuova(73%).

IL FUTURO: CENTRI COMMERCIALI NATURALI E NEGOZI NOTTURNI

Secondo i commercianti del Pescarese, il futuro economico del centro urbano dev'essere programmato e costruito attraverso concrete azioni di marketing territoriale(46%), dando spazio a intrattenimento e animazione(38%), e disponendo orari maggiormente elastici(9%) che siano in linea con le esigenze del pubblico. Gli esercenti -come spiega il direttore della Confederazione, Gianni Tucci, "sono disposti a prolungare l’apertura serale nei mesi estivi, quando non è utile aprire alle 16 mentre la gente è ancora al mare. Quest’anno, un provvedimento del Comune prevede la possibilità di restare aperti fino alle 23, e ulteriori deroghe potrebbero essere date per i Giochi del Mediterraneo". Dunque una città animata e autogestita, costellata di eventi e spazi ludici, pronti a trasformare il cittadino in un turista esploratore della stessa zona che abita e che percorre ogni giorno: il cosiddetto "centro commerciale naturale", lo stesso che ha riscontrato enorme successo a Teramo e in altre Provincie abruzzesi attratte dal nuovo tipo di business. Ma l'impresa è ardua, e richiede coraggio e propensione al rischio, una risorsa molto rara in questi tempi segnati dalla stretta creditizia e dalla contrazione dei consumi.





Giovanna Di Carlo

 

 


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