Pescara: beffa dragaggio, Testa si dimette da commissario

11 Maggio 2012   09:20  

Con una lettera inviata al Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Monti, il commissario straordinario per il dragaggio del porto di Pescara, Guerino Testa, si e' dimesso. Lo annuncia lo stesso Testa in una nota spiegando che le motivazioni saranno illustrate oggi nel corso di una conferenza stampa che terra' nella sala Figlia di Jorio della Provincia di Pescara alle ore 10.

Testa, che e' presidente della Provincia di Pescara, e' stato nominato commissario per il dragaggio a giugno dello scorso anno con ordinanza dell'allora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. A dicembre, a seguito di gara di appalto e con autorizzazione rilasciata dal ministero dell'Ambiente, ha avviato i lavori di dragaggio della darsena commerciale per circa 73mila metri cubi (da versare in mare) ma subito dopo l'avvio l'intervento e' stato bloccato su disposizione della Procura della Repubblica dell'Aquila che ha ipotizzato un traffico illecito di rifiuti, ritendendo che il materiale da prelevare scaricare in mare fosse inquinato (nonostante le analisi dell'Arta dicessero il contrario).

Da allora non e' stato ancora stabilito con certezza se tale materiale contenga o meno Ddt o Naftalene, e nonostante gli appelli lanciati piu' volte al Governo, Testa non ha ottenuto risposte.

Nessuna risposta, fino ad ora, neppure ad una interpellanza parlamentare presentata alla Camera dei deputati dall'abruzzese Vittoria D'Incecco (Pd). Testa aveva annunciato nelle scorse settimane che se non fossero arrivati segnali concreti da Roma avrebbe lasciato l'incarico, non avendo poteri ne' mezzi, pur rimanendo a fianco della marineria e dagli operatori commerciali, stremati da questa situazione.

Il porto, i cui fondali sono insabbiati, e' pressoche' impraticabile e con una ordinanza del mese di febbraio della Capitaneria, l'entrata e l'uscita dei mezzi sono state limitate al massimo, in caso di condizioni meteo marine avverse. 

Nella lettera inviata a Monti Testa dice di essere "impossibilitato ad esercitare fattivamente l'incarico di Commissario straordinario per il dragaggio del porto di Pescara" avendo trovato "una serie di veti incrociati insuperabili", e registrato "la mancanza da parte del Governo sia di provvedimenti fondati su accertamenti tecnici ritenuti attendibili, dirimendo cosi' definitivamente i dubbi in ordine alla qualita' del materiale da dragare, sia di semplici risposte alle svariate istanze e richieste di incontro presentate in tempi e modi diversi".

"La gravissima situazione di impraticabilita' in cui versa il porto di Pescara - prosegue l'ormai ex commissario - determina crescenti danni di tipo economico, sociale, turistico e di immagine della citta' oltre ad un concreto rischio di esondazione del fiume le cui conseguenze si prospettano tra le piu' disastrose per il capoluogo adriatico".

Testa aggiunge che "il Governo avrebbe dovuto garantire un doveroso supporto, non solo e non tanto alla mia persona, quanto piuttosto allo scalo pescarese, un porto di rilevanza nazionale mentre, oggi piu' che mai, sono solo e vivo costantemente nel timore di gesti inconsulti che piu' e piu' volte sono stati minacciati dagli operatori del porto.

Non voglio trovarmi, conclude, a fronteggiare inerme atti di disperazione legati allo stato di crisi in cui la categoria versa ormai da troppo tempo e che, giorno dopo giorno, diventa sempre piu' insostenibile".

Testa rimette quindi "al Governo centrale il compito di provvedere a sanare l'attuale situazione del fiume Pescara" e assicura che sara', "in ogni caso, sempre e comunque al fianco della marineria, di tutti gli operatori del porto e della intera comunita' pescarese, estremamente danneggiata da questa situazione".


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