“L’amministrazione comunale di Pescara ha impugnato il decreto ingiuntivo inviato dalla Sorgenia Spa con sede a Milano che ha chiesto il pagamento di vecchie bollette, relativi a consumi di energia elettrica effettuati tra il 2008 e il 2009, pari a 571mila 417,12 euro. Attraverso il nostro ufficio legale e l’avvocato Paola De Marco abbiamo presentato due opposizioni: la prima contro l’esecuzione forzata del titolo, che invece avrebbe dovuto attendere i 120 giorni canonici previsti dalla legge; la seconda è un’opposizione nel merito del decreto nella quale abbiamo contestato la competenza territoriale. Resta però l’amarezza del dover fronteggiare l’ennesima vicenda ereditata dal passato per un contenzioso che la precedente amministrazione non è stata in grado di chiudere, provando anche la via stragiudiziale”. Lo ha detto il sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia che questa mattina ha firmato la procura per l’opposizione nei confronti della ditta Sorgenia Spa.
“Già nel febbraio – ha ricordato il sindaco Albore Mascia che, con l’assessore alle Finanze Eugenio Seccia sta ricostruendo l’intera vicenda – i nostri uffici hanno ricevuto una lettera di mora dalla Sorgenia Spa, che curava l’erogazione dell’energia elettrica alle proprietà comunali per 1milione 100mila euro di consumi non pagati e non coperti neanche in bilancio per le annualità 2008-2009, evidentemente perché la precedente amministrazione aveva sottostimato tali consumi e non aveva previsto il loro pagamento. A stipulare il contratto con la Sorgenia nel 2007 era stata la precedente amministrazione di centro-sinistra, ma quando il servizio di fornitura è stato avviato il settore Manutenzione ha evidenziato delle problematiche riguardo il sistema di fatture emesse dalla stessa società e che avrebbe applicato al Comune una tariffa maggiorata rispetto a quella indicata nell’offerta di appalto. Il Comune ha continuato a non pagare le bollette per tutto il 2008, inviando piuttosto note di sollecito per invitare la stessa ditta a sanare il problema evidenziato e precisando di non ritenere possibile procedere alla liquidazione delle fatture ricevute sino all’emissione delle opportune note di credito. La Sorgenia al contrario ha continuato a mandare le fatture, e dinanzi a tale situazione di stallo la vecchia amministrazione di centro-sinistra non si è mai preoccupata di convocare un tavolo di concertazione con la stessa Sorgenia per risolvere la problematica, evitando un contenzioso. Quando la nostra amministrazione si è insediata e ci siamo resi conto della gravità della situazione dal punto di vista contabile, è stato subito fissato un incontro, a fine 2009, abbiamo emesso un cronoprogramma per la liquidazione delle fatture scadute, ma gli uffici tecnici hanno ritenuto opportuno comunque attendere la soluzione della problematica relativa al sistema di fatturazione, verificando ad esempio, che, a conferma di una modalità di fatturazione confusa e di difficile gestione, sino a quella data erano pervenute oltre 4.250 fatture in 18 mesi di fornitura. Ma ormai la misura era già colma e infatti la Sorgenia il primo gennaio 2010 ha provveduto alla rescissione unilaterale dei contratti di fornitura di energia elettrica e, nonostante un ulteriore incontro svoltosi a marzo 2010, non ha mai fatto pervenire al Comune un resoconto conclusivo delle forniture chiuse al 31 dicembre 2009. Ancora a oggi continuano ad arrivare ai nostri uffici fatture e note di credito relative a singoli punti di prelievo per i periodi di fornitura del 2008 e del 2009, senza la presentazione di un resoconto definitivo e complessivo. Nel frattempo nel maggio scorso – ha aggiunto il sindaco Albore Mascia – la Sorgenia ha chiesto l’emissione di un Decreto ingiuntivo per il recupero della somma pari a 571mila 417,12 euro, un decreto immediatamente esecutivo. Stamane ho firmato la procura per proporre due opposizioni a quel decreto: innanzitutto abbiamo bloccato la sua esecutività, visto che la stessa legge prevede un’attesa di 120 giorni, e invece in questo caso al Comune è stato notificato il titolo e contestualmente l’esecuzione forzata; inoltre abbiamo presentato opposizione al decreto ingiuntivo nel merito e abbiamo eccepito la competenza territoriale della sede di Milano, contestando il sistema confusionario relativo all’emissione delle fatture, prodotte e poi rettificate, un sistema che ha reso difficile anche alla nostra amministrazione risalire agli atti effettivamente da pagare. Tra l’altro abbiamo accertato che i nostri uffici hanno già provveduto alla liquidazione della somma di circa 300mila 466,82 euro dunque in realtà non dovremmo comunque versare il mezzo milione di euro”.