Pescara, metalmeccanici al baratro

Fiom-Cgil alla Regione Abruzzo, aprire un tavolo

07 Ottobre 2009   14:56  

Aprire un tavolo sulla crisi. E' questa la richiesta che la Fiom Cgil, guidata da Nicola Di Matteo, lancia alla Regione Abruzzo per affrontare i problemi del settore metalmeccanico discutere di come si puo' intervenire per salvare migliaia di posti di lavoro. L'appello e' stato lanciato oggi anche in vista dello sciopero nazionale di venerdi' promosso dalla Fiom sul rinnovo del contratto che portera' 13 pullman a Roma dall'Abruzzo, davanti alla Rai. La Cgil, che parla di un sistema in crisi, punta a non chiudere fabbriche e aumentare la cassa integrazione guadagni, ma di tutto questo vuole parlare con la massima istituzione, la Regione, che potrebbe intervenire anche sui tavoli nazionali. Se il sindacato non avra' udienza dal presidente Gianni Chiodi, saranno promosse delle manifestazioni di protesta proprio davanti alla Regione di tutte le fabbriche in crisi. I lavoratori del settore sono 35 mila, in Abruzzo, e la crisi riguarda tanto le multinazionali quanto le piccole realta'.

Di Matteo ha illustrato alcune delle situazioni di crisi che il sindacato registra in Abruzzo nel settore metalmeccanico. Sono stati rimessi in discussione e ridimensionati - ha detto - i progetti di tutte le multinazionali presenti in questa regione, e quindi Sevel, Honda e Micron, mentre le piccole aziende hanno difficolta' a pagare l'anticipo della cassa integrazione guadagni. La Sevel, ad esempio, passera' dai 290mila furgoni previsti a 117mila, a causa della crisi, e per quanto riguarda la Fiat si teme anche che salti l'accordo coi francesi, mentre per la Merker e' stato promosso un accordo sulla cassa integrazione straordinaria. 'Il presidente della Regione - questo l'appello di Di Matteo - deve venire a sentire come siamo messi e discutere di queste cose anche perche' puo' intervenire a livello nazionale. Vogliamo, quindi, aprire un confronto su tutte queste questioni'.


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