Pescara vecchia, arrestato il branco di giovani bulli. Essenziali le intercettazioni

10 Novembre 2011   07:50  

La squadra mobile di Pescara ha eseguito questa mattina due provvedimenti restrittivi nei confronti dei presunti responsabili del tentato omicidio di un ventitreenne pescarese, S. M. M. A., che e' stato aggredito, sopraffatto e colpito con tre coltellate alla schiena la notte del 2 ottobre a Pescara vecchia, nel cuore della 'movida' cittadina. Giovanissimi i presunti autori del pestaggio, tant'e' che gli uomini della Mobile, diretti da Piefrancesco Muriana, parlano di "un immotivato atto di bulllismo".

Su richiesta del pubblico ministero presso il Tribunale per i Minorenni di L' Aquila, Antonio Altobelli, il Gip dello stesso Tribunale, Silvia Reitano, ha disposto la custodia cautelare presso un istituto di pena per soggetti infradiciottenni nei riguardi di D.D.D. di 17 anni, ritenuto l'autore materiale del tentato omicidio, mentre il suo complice, Cristian Catania, di 22 anni, e' stato posto agli arresti domiciliari presso la sua abitazione di Pescara, su disposizione del Gip presso il Tribunale, Maria Michela Di Fine, che ha accolto la richiesta formulata dal sostituto procuratore Giusepe Bellelli, che ha coordinato le indagini con Anna Rita Mantini. Altri due soggetti, uno poco piu' che maggiorenne, S.S., indagato per concorso in tentato omicidio, e l' altro minorenne, M.J., indagato per favoreggiamento, sono stati denunciati all' autorita' giudiziaria e perquisiti oggi dagli uomini della Polizia.

Le indagini - dice Muriana - hanno messo in luce l'esistenza di un vero e proprio 'branco', composto da giovanissimi con trascorsi personali 'difficili' e che imperversava nella zona di 'Pescara vecchia', dove aveva imposto la legge del piu' forte nei confronti di chiunque, per qualsiasi motivo, si fosse trovato in contrasto con uno di loro. Un gruppo conosciuto e temuto, proprio per la violenza dei suoi appartenenti, su cui aleggiava la fama di 'picchiatori'. Per questo i giovani testimoni sarebbero stati molto riluttanti a collaborare con la Mobile subito dopo l'accoltellamento. Solo in un secondo momento sono stati convinti a parlare fornendo importanti dettagli sull'accaduto e sulla responsabilita' dei singoli.

Fondamentale e' stata una intercettazione telefonica, nella disponibilita' della polizia per un'altra indagine, in cui D.D.D. si e' accollato la responsabilita' dell'accoltellamento, ricevendo come risposta uno sconcertante 'hai fatto bene' da un giovane interlocutore. Sempre dalle telefonate dell'aggressore si e' saputo che il coltello utilizzato gli e' stato regalato il giorno prima da suo padre (gravato da numerosi precedenti penali), al quale D.D.D. avrebbe confidato quanto accaduto rassicurandolo di essersi disfatto dell'arma tramite l'amico M.J. Probabilmente, dice sempre la polizia, l'uomo era preoccupato di un suo possibile coinvolgimento.

Solo "futili, per non dire inesistenti", le motivazioni che hanno portato D.D.D. - spalleggiato per tutta la durata della violenta aggressione da Catania e altri, all' accoltellamento della vittima, "reo" di essere amico di un ragazzo inviso al "branco" .

I retroscena dell'accoltellamento e gli elementi assunti durante le indagini sono stati svelati in conferenza stampa da Muriana e dal suo vice, Dante Cosentino. Dietro i giovani protagonisti di questa aggressione ci sono "storie di trascuratezza e abbandono" e la banda che avevano creato, notata spesso nel centro storico, aveva gli atteggiamenti tipici del "branco", cioe' un atteggiamento "di prepotenza piu' che di violenza".

Il pestaggio del 23enne e' scaturito da una inimicizia tra Cristian Catania, detto il muto per il modo in cui parla, e un altro ragazzo, ma ha visto il coinvolgimento anche di altri giovani che non c'entravano nulla con questo rapporto difficile, ed e' bastato un sorriso di troppo da parte della vittima a far scattare calci, pugni e coltellate. Il 17enne che avrebbe sferrato questi colpi non e' nuovo ad episodi del genere, e nel 2009 e' stato denunciato per un altro fatto di violenza, sempre al centro storico, e questo fa pensare a "una sorta di territorialita' del gruppo". Sempre lui e' stato perquisito dalla mobile qualche tempo fa, dopo l'accoltellamento, ed e' stato trovato in possesso di due proiettili per pistola e tre etti di marijuana, nascosti a casa del nonno, a Francavilla al Mare (Chieti).

Durante le perquisizioni di oggi a casa di S.S. sono stati trovati, nel cassetto del comodino della camera da letto, diversi coltelli tra cui un tirapugni, un coltello in ceramica con il manico di plastica (di quelli che il metal detector non "vede") e un coltello a scatto. Non ci sarebbe, pero', l'arma del delitto. Proprio a proposito dell'arma usata la polizia ha riferito dei colloqui tra D.D.D. e il padre. Quest'ultimo avrebbe rimproverato il figlio per aver accoltellato il 23enne alle spalle, come se fosse segno di scarso coraggio, e dopo aver saputo dal ragazzino che l'aggressione non gli ha provocato alcuna emozione, gli avrebbe detto: "Allora perche' l'hai fatto?". Sempre il papa' avrebbe manifestato l'intenzione di intervenire sulla vittima per fargli cambiare idea, nel caso in cui avesse raccontato la verita'. Muriana ha sottolineato che "Pescara vecchia non e' il bronx, anzi e' una zona tranquilla, e riteniamo di aver restituito tranquillita' a questa parte di Pescara". Le indagini sono finalizzate ora a scoprire se c'era anche una quinta persona, quella notte.


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