Pesci al Mercurio, incontro al Ministero dell'Ambiente, rammarico per assenza comuni e Asl

09 Novembre 2016   11:17  

Si è tenuta ieri l’annunciata riunione convocata dal Ministero dell’Ambiente, Divisione Bonifiche e Risanamento, sullo studio, coordinato dalla dottoressa Carla Giansante per l’Istituto Zooprofilattico (IZS) d’Abruzzo e Molise, che ha rilevato la presenza di mercurio nei pesci nel fiume Pescara.

WWF e Legambiente, presenti all’incontro, non possono non sottolineare con amarezza l’assenza di chi, pur invitato, ad esempio il Comune di Chieti e la ASL di Pescara, non ha ritenuto di dover partecipare. Nello stesso tempo si rammaricano per alcuni mancati inviti (ASL di Chieti e altri comuni potenzialmente interessati, a cominciare da quello di Pescara), giustificati dal Ministero con il fatto che la discussione sarebbe stata incentrata sul SIN (Sito di Interesse Nazionale per la bonifica) di Bussi, di diretta competenza del Ministero stesso, e non su tutta l’area potenzialmente contaminata.

Come che sia dalla discussione è emersa una preoccupante lentezza del servizio veterinario della Regione che, pur avendo commissionato e ricevuto lo studio dell’IZS, ha convocato solo per oggi una prima riunione interna per valutarne la portata e non avrebbe invece avvertito altri settori regionali egualmente interessati, a cominciare da quello della tutela dell’ambiente. È inoltre emersa una preoccupante sottovalutazione dei dati contenuti nello studio (mercurio presente nei pesci) che avrebbe dovuto invece indurre i sindaci, al di là di una mancata comunicazione ufficiale ad personam, a vietare la pesca e il consumo alimentare nelle aree potenzialmente contaminate con ordinanze tempestive di fronte alla gravità del problema. Sarebbe a questo punto anzi decisamente opportuno un intervento in tal senso della Regione che dovrebbe vietare la pesca nell’intero bacino del fiume Pescara, a tutela della salute umana, o al più consentirla esclusivamente con la modalità del catch and release. È emersa infine per l’ennesima volta l’esigenza di completare una caratterizzazione che tuttora, a distanza di anni, risulta assurdamente incompleta, con l’ARTA che arranca ma non convince. Di tutto questo si parlerà comunque in una conferenza di servizi che il Ministero ha annunciato di voler convocare per il 30 settembre prossimo.

Lo studio dell’IZS in ogni caso va ben oltre la questione strettamente legata alla contaminazione rilasciata dal sito di Bussi, ben nota da tempo, ad esempio per i dati riportati nel 2006 dal “Dossier Stop al mercurio”, studio di Legambiente che analizzava gli impianti di cloro-soda ancora con celle al mercurio. Nelle conclusioni del pregevole lavoro dell’IZS vengono infatti sottolineati alcuni aspetti che dovranno necessariamente essere esaminati con attenzione: in primo luogo si sottolinea che lo studio ha preso in considerazione solo alcuni inquinanti che, nel tempo, dovranno continuare a essere monitorati perché altamente tossici. Bisognerà inoltre cercarne degli altri perché sulla base dei risultati sin qui ottenuti gli autori della ricerca ritengono che siano molecole sin qui non individuate quelle che determinano i danni genetici rilevati.

I risultati, benché preliminari e incrementabili, evidenziano comunque un pressante impatto antropico, praticamente sull’intero corso e la necessità di aumentare il deflusso a valle della traversa di Bussi per migliorare lo stato ecologico del fiume. Alla luce di queste esigenza dovrebbero essere riesaminati anche progetti attualmente in esame che prevedono ulteriori gravi impatti sul Pescara (ampliamento del centro commerciale Megalò, casse di espansione in alveo) con inevitabili danni, a breve e a lungo termine, per la collettività.

Va infine considerato che non c’è solo il mercurio: nello studio si sottolinea che “la concentrazione di arsenico è rilevante in tutti i punti di campionamento ed è quindi necessario approfondire l’origine della contaminazione, soprattutto nella sua forma più tossica di arsenico inorganico”.

C’è quanto basta – sottolineano Legambiente e WWF – perché ci si muova, a ogni livello, creando una cabina di regia che possa esaminare con urgenza le condizioni del maggiore fiume abruzzese fermando ogni progetto che potrebbe peggiorare una situazione già grave: l’IZS ha accertato che è malato. Ora servono approfondimenti diagnostici e cure efficaci. A Bussi come ovunque, cercando di far finalmente prevalere su qualsiasi altro interesse quello della collettività dei cittadini.


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