Pezzopane e PAgano nel Mirino dei NeoFascisti. DA Ammazzare perchè Senza Scorta

10 Luglio 2025   11:11  

Sentenza della Corte di Chieti svela un piano violento contro figure istituzionali vulnerabili, con formazione paramilitare e nostalgie del Ventennio tra i terroristi.

Un dossier segreto, definito “lista rossa”, includeva 14 politici ritenuti privi di scorta e dunque bersagli di attentati da un’organizzazione neofascista riconosciuta come dotata di capacità lesive concrete, secondo la sentenza della Corte d’assise di Chieti. Tra i nomi compaiono Stefania Pezzopane (allora senatrice PD) e Nazario Pagano (deputato di Forza Italia), scelti specificamente per la loro vulnerabilità istituzionale.

L’indagine "Aquila Nera", condotta dai carabinieri del Ros nel dicembre 2014, condusse all’arresto di 14 persone appartenenti ad Avanguardia Ordinovista, un gruppo che aveva progettato attentati contro politici, immigrati e infrastrutture quali le ferrovie abruzzesi, replicando scenari simili alla tragedia dell’Italicus. La Corte ha condannato i dieci imputati a oltre 75 anni totali di carcere, escludendo la tesi difensiva che riduceva i fatti a mere aspirazioni ideologiche.

Nel dossier erano descritti anche campi di addestramento paramilitare e piani dettagliati per “comunità di sopravvivenza”, con scorte di viveri, medicinali, armi e logistica organizzata in zaini catalogati . Inoltre, venivano diffuse lettere e comunicati dal tono bellicoso, esprimendo nostalgie per il Ventennio e incitamenti alla ribellione popolare.

Il gruppo mirava a destabilizzare lo Stato non solo con attacchi specifici, ma anche con proposte di un nuovo ordine politico, evocando la creazione di un partito fascista post-violenza, come emerge dalle intercettazioni .

Le posizioni di Pezzopane e Pagano hanno raccolto solidarietà bipartisan, mentre la sentenza rilancia l’attenzione sulla necessità di vigilare contro il ritorno di ideologie autoritarie. L’operazione, confermata come efficace, ha evidenziato il rischio concreto rappresentato da gruppi neofascisti dotati di organizzazione, armi e motivazioni ideologiche mirate contro figure istituzionali. A supporto delle indagini, la Corte ha evidenziato la centralità del dossier e l’impegno operativo di elementi con addestramento militare, rendendo la vicenda un monito sulle minacce presenti nell’ecosistema democratico italiano.


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