Piano casa in Abruzzo: intervista all'assessore Di Paolo

Presto la riforma delle Ater

01 Aprile 2009   17:25  

Nel servizio un'intervista all'assessore regionali ai lavori pubblici Angelo Di Paolo per chiedere lumi sul piano casa, oggetto di concertazione tra Governo e Regioni.

IL DIBATTITO SUL PIANO-CASA

Fino al 35% di premio in caso di ricostruzione mediante tecnologie per il risparmio energetico, aumento delle volumetrie non oltre il  20% per le case uni e bifamiliari. Sono questi i punti cardine del sostegno all'edilizia proposto dalle Regioni al Governo, un piano inizialmente molto discusso dal premier ed esecutivo e molto piaciuto invece al Pd, che lo ha ritenuto foriero di sviluppi razionali e rispettosi dell’ambiente. Gli aumenti descritti nell'accordo infatti riguarderebbero esclusivamente l'ambito dell'edilizia residenziale, e non i centri storici e le aree protette come previsto inizialmente.

"Non è un piano casa". Il governatore dell'Emilia-Romagna nonché presidente della conferenza della Regioni, Vasco Errani, si è detto soddisfatto del patto raggiunto con il governo, intesa in grado di salvaguardare la programmazione urbanistica ed eliminare il rischio -fino a qualche giorno fa particolarmente sentito- di una decretazione d'urgenza che eludesse in qualche modo le istanze avanzate dai governi regionali italiani, preoccupati, tra i vari presentimenti, che il piano casa stravolgesse l'identità edilizia del Belpaese.  "Abbiamo definito un documento unitario - ha riferito Errani- una proposta di accordo con il governo che prevede alcune iniziative anticicliche per il settore dell’edilizia. Non è un piano casa - ha chiarito il Presidente - ma un intervento che, attraverso la legislazione regionale e d’intesa con i Comuni, possa consentire premialità volumetriche per le abitazioni uni e bifamiliari".

Un decreto "leggero" . La proposta avanzata dalle Regioni dispone che venga affidata ad una decretazione "leggera" solo il compito di semplificare le procedure amministrative del settore di competenza statale. Nello specifico le misure dovranno riguardare la previsione di un termine certo per il rilascio di permessi e autorizzazioni, la disciplina di rilascio dell’autorizzazione paesaggistica, la semplificazione delle procedure inerenti la valutazione ambientale strategica, la fissazione dei principi fondamentali relativi alle misure di perequazione e compensazione urbanistica. Contenuta nell'accordo anche la richiesta di destinare una parte del maggior gettito Iva derivante dall'intervento di sostegno all'edilizia, al finanziamento (da parte di Regioni e Comuni) delle "politiche a sostegno dell’affitto sociale", definite da Errani "una vera emergenza nazionale".

Dapprima esplicitamente contestata dal Premier e in un secondo momento rivalutata positivamente, la proposta formulata dalle Regioni ha trovato grande plauso nel Pd, che vede -secondo le parole del responsabile Ambiente Ermete Ralacci-  "sgombrato il campo dalla possibilità di un terzo condono edilizio, così come contenuto nel precedente testo preparato da Palazzo Chigi".

L' emergenza affitti.  A favore di una politica sociale in grado di ridimensionare gli affitti e tutelare le famiglie si sono espressi anche i sindacati degli inquilini Sunia, Sicet e Uniat-Uil. Le forze sociali hanno avanzato diverse proposte, quali il finanziamento strutturale di almeno un miliardo e mezzo l'anno, l’allargamento dell’offerta abitativa pubblica, nuove regole per la locazione, il passaggio delle case invendute al mercato dell’affitto a canone concordato, e il recupero infine, delle risorse bloccate lo scorso marzo 2008: i 550 milioni di euro destinati alla ristrutturazione e alla costruzione di ben 12 mila alloggi popolari.  


gdc

 

 


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