Pneumotisiologia della Asl di Chieti, un servizio nel totale degrado: i solleciti della Cisas

26 Settembre 2012   12:00  

Il sidacato Cisas sollecita l'interventi urgenti sul servizio di pneumotisiologia sito in Via Salomone in Chieti. Pubblichaiamo la nota inviata a prefetto,  sub Commissario alla Sanità Abruzzese, asl Chieti-Lanciano-Vasto.

Oggetto: servizio di pneumotisiologia sito in Via Salomone in Chieti.

RICHIESTA D’INTERVENTO URGENTE

La scrivente Organizzazione Sindacale, a tutela dei lavoratori e degli assistiti del servizio di pneumotisiologia della ASL di Lanciano-Vasto-Chieti, ex dispensario di Igiene Sociale, come già denunciato con note scritte del 27 marzo e del 18 maggio 2012, in considerazione della grave condizione di sicurezza e igiene in cui versa la suddetta struttura,

CHIEDE

alle SS.LL di adottare provvedimenti urgenti.

A tal fine, come già espresso nelle precedenti missive sindacali, si ribadisce quanto segue:

il sopraccitato servizio preposto alla erogazione dei test tubercolotici e delle visite e terapie inerenti le patologie respiratorie, versa in una condizione di totale trascuratezza da parte dell’Azienda Sanitaria.

La problematica anzidetta è caratterizzata da una inefficiente organizzazione del lavoro e da cause ambientali.

I motivi di tale negligenza vanno ricercate:

nella carenza di personale infermieristico e di assistenti sanitari, infatti, i pochissimi addetti non riescono per gli eccessivi carichi di lavoro a soddisfare le richieste dell’utenza e sono conseguentemente soggetti a stress lavorativo;

l’inadeguatezza degli ambienti sanitari, angusti e insufficienti: solo tre piccole stanze, ancora dissestate dal terremoto del 2009;

un solo servizio igienico adibito sia per il personale che per gli assistiti potenzialmente affetti da TBC;

l’eccessiva presenza di utenti costretti ad attendere il turno in piedi.

La Direzione ASL, a seguito delle nostre istanze, aveva previsto entro i primi di settembre, un trasferimento del servizio presso l’ex ospedale SS. Annunziata di Chieti, tuttavia a tutt’oggi nessuna iniziativa in tal senso è stata adottata.

La CISAS chiede un riscontro scritto alla presente, qualora si dovesse constatare immobilismo da parte degli organi preposti ad adottare le decisioni, ci vedremo costretti a intraprendere forme di pressione sindacali più incisive.

 


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