Polemiche a Pescara sulla delocalizzazione del cementificio

13 Settembre 2012   10:58  

“Sulla delocalizzazione del cementificio il consigliere Pd Di Pietrantonio non dica sciocchezze, specie senza aver prima letto le carte: il Tavolo tecnico per lo spostamento dello stabilimento da Pescara, l’unico Tavolo mai istituito con la proprietà, la Sacci Spa, con la Regione Abruzzo, la Provincia, l’Arta e la Asl, è stato riunito dalla sottoscritta per la volta il 28 settembre 2009, ovvero tre anni fa, due mesi dopo l’insediamento della giunta Albore Mascia e subito abbiamo verbalizzato la volontà improcrastinabile di allontanare da Pescara l’azienda, fissando come termine ultimo la fine del 2011, e annunciando, sin da allora, che alla scadenza delle autorizzazioni Ambientali la nostra amministrazione avrebbe dato parere non favorevole. E da quel primo incontro ne sono seguiti decine e decine, tutti regolarmente ufficializzati, dunque non comprendiamo quale dovrebbe essere il ‘Tavolo da riaprire’ sul ‘caso’ del cementificio di cui parla un consigliere Pd, Moreno Di Pietrantonio, che piuttosto dovrebbe spiegare perché la sua giunta di centro-sinistra ha sottoscritto nel 2007 un accordo capestro con la vecchia proprietà del cementificio chiedendo all’azienda il versamento di 120mila euro l’anno per ben 15 anni a discapito del territorio. Non una riunione ha tenuto il consigliere-ex assessore Di Pietrantonio per sollecitare lo spostamento dell’azienda, non un parere contrario ha mai espresso contro quell’accordo scellerato”. Lo ha detto l’assessore all’Ambiente Isabella Del Trecco replicando all’intervento odierno del consigliere Pd Di Pietrantonio.

“Ero certa di un intervento demagogico e fuori luogo del consigliere Di Pietrantonio sulla vicenda del cementificio – ha detto l’assessore Del Trecco -, consigliere che oggi tira fuori dal cilindro la soluzione: per delocalizzare in modo bonario il cementificio convochiamo un bel tavolo tecnico-istituzionale con la proprietà, la Sacci, e individuiamo insieme il nuovo sito. Peccato che questa procedura sia già in corso da ben tre anni fa: il ‘Tavolo di lavoro’ è stato costituito il 28 settembre 2009, e vede la presenza del Comune di Pescara, della dirigenza della Sacci Spa, ossia Mauro Rigo, direttore della cementeria, l’ingegner Massimo Morcini della Sacci di Roma e l’avvocato Dossena, oltre che rappresentanti della Regione Abruzzo, della Provincia di Pescara, Asl, Arta e anche dell’Università ‘D’Annunzio’ che, tra l’altro, tramite il Dipartimento di Urbanistica sta redigendo uno studio progettuale per la riqualificazione dell’intera asta fluviale, con particolare attenzione al Parco fluviale e all’intera area circostante. Sin dal primo momento abbiamo parlato chiaro e spiegato alla Sacci i problemi di ‘convivenza’ con un cementificio posto in mezzo al territorio, nel cuore del tessuto urbano, circondato da case, e la dirigenza stessa ha sempre ammesso di comprendere i disagi manifestati a più riprese dai cittadini, dichiarandosi anche disponibile a collaborare per un’eventuale delocalizzazione dell’impianto. Peraltro la stessa Sacci si era dichiarata pronta a redigere il progetto di una nuova cementeria, cercando di individuare un nuovo sito per trasferire lo stabilimento, ribadendo però sempre il problema dei costi elevati necessari per affrontare tale operazione. E per tale ragione avevamo anche suggerito di tentare la strada dei finanziamenti europei attraverso la Regione Abruzzo. Tuttavia su un punto, ribadito in particolare nella riunione del 4 novembre 2009 svoltasi alla presenza del sindaco Albore Mascia, siamo stati subito chiari: le procedure andavano completate entro fine 2011, perché al rinnovo delle autorizzazioni ambientali la nostra amministrazione avrebbe sicuramente espresso parere non favorevole per coerenza e perché crediamo che la presenza di quello stabilimento industriale nel cuore di Pescara non sia ormai più opportuno. Dunque siamo stati chiari fin dal primo giorno a un Tavolo che esiste da tre anni, e al momento del rinnovo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale ci siamo espressi contro, pronti anche a impugnare dinanzi al Tar un’eventuale espressione favorevole da parte degli altri componenti della Conferenza dei Servizi. E’ dunque evidente che il consigliere Di Pietrantonio parla senza neanche conoscere le carte e questo è inaccettabile per un amministratore pubblico. Piuttosto – ha ancora detto l’assessore Del Trecco – il consigliere Pd Di Pietrantonio spieghi alla città e alla signora Marina Scurti che abita in via Raiale sin da prima dell’arrivo del Cementificio, perché il precedente governo di centro-sinistra ha ritenuto giusto sottoscrivere con la vecchia proprietà del cementificio, La Farge, un accordo in cui ‘prendeva atto degli effetti favorevoli della vasta integrazione dello stabilimento industriale, nonché del valore occupazionale, generato dalle attività e presenza della La Farge considerandoli utili per il tessuto sociale della città in quanto contribuiscono allo sviluppo di vasta area, nonché patrimonio relazionale da valorizzare’, e ancora sosteneva che ‘l’amministrazione – come si legge nell’accordo sottoscritto -, nel ritenere che la presenza sul territorio comunale della società e la prosecuzione della sua attività d’impresa rappresentino elementi rilevanti per lo sviluppo economico e sociale della sua città e della sua provincia’ ha fissato alcune ‘regole nei reciproci rapporti’, ovvero La Farge ha offerto la propria disponibilità a erogare un contributo ‘di 120mila euro lordi l’anno per 15 anni, a partire dal 2007, somma da erogare entro il 30 giugno di  ogni anno, per la realizzazione di iniziative di grande rilevanza sociale, economica, culturale e ambientale’. E poi, se ne è a conoscenza, ci dica anche il consigliere Di Pietrantonio se e come sono effettivamente stati effettuati quei versamenti che la nostra amministrazione comunale non è riuscita a rintracciare nei nostri bilanci. Sono queste le risposte che la città attende dal consigliere Di Pietrantonio”.

 


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