Polemiche sull'affidamento della sede al Movimento per la Vita di Pescara

17 Aprile 2012   21:54  

“Sarà il Consiglio comunale a dover decidere se affidare o meno al Movimento per la Vita una struttura di nostra proprietà situata in via San Marco, una struttura destinata a dare accoglienza alle ragazze madri o donne sole per dare loro il sostegno necessario per reinserirsi nel mondo del lavoro o per superare un momento di difficoltà personale. Ritengo però estremamente grave il voto sfavorevole espresso oggi dalla Commissione Politiche sociali che ha registrato l’unico voto favorevole del consigliere Pdl Vincenzo D’Incecco, l’astensione di altri due esponenti della maggioranza e il voto contrario di alcuni consiglieri di maggioranza e opposizione. Ritengo grave che si tenti di bloccare una struttura che ha una valenza sociale rilevantissima, che peraltro già oggi esiste sul territorio, in una struttura di proprietà della Caritas, a fronte, sembrerebbe, della protesta di alcune famiglie residenti in via San Marco le quali vedono in tale struttura un elemento di degrado, preoccupazione smentita invece dai fatti e da quanto previsto nella convenzione preparata dall’amministrazione comunale. A questo punto l’ultima parola spetterà all’aula consiliare in cui ciascun consigliere dovrà assumersi una responsabilità dinanzi alla città, quella di rifiutare il proprio aiuto a chi più ne ha bisogno”. Lo ha detto l’assessore alle Politiche sociali Guido Cerolini commentando l’esito odierno della Commissione Politiche sociali.

“Parliamo di una delibera che continua a essere esaminata dalla Commissione ormai da tre mesi, che ha dato luogo a incontri con la cittadinanza, e che è ormai tempo che veda l’espressione ufficiale del Consiglio comunale – ha detto l’assessore Cerolini -. L’intervento è inserito nel Piano di Zona dei Servizi sociali nell’ambito delle iniziative di supporto a donne in difficoltà, un’attività che da anni vede la collaborazione tra il Comune di Pescara e il Centro di Aiuto alla Vita del Movimento per la Vita, il quale garantisce il contenimento del disagio dando ospitalità alle donne, con o senza minori che vivono un momento di difficoltà, all’interno di una Casa-Famiglia in stretta correlazione con i Servizi sociali del Comune. Nel 2011, ad esempio, la nostra amministrazione ha dato sostegno, presso le strutture del Cav, a undici madri con bambini o sole sostenendo la spesa complessiva di 150mila euro, con una retta giornaliera di 54 euro per ogni posto occupato. Lo scorso ottobre – ha spiegato l’assessore Cerolini – il Movimento per la Vita ci ha inviato una nota comunicandoci di dover riconsegnare la struttura di proprietà della Caritas attualmente occupata per la gestione della casa famiglia e di non disporre di altri locali idonei, chiedendo al Comune la disponibilità di una propria struttura. Il Settore delle Politiche sociali ha subito pensato a una struttura situata in via San Marco, mai utilizzata in passato, che, anni fa, avevamo pensato di destinare alla realizzazione di un’Utap. Un progetto quest’ultimo rallentato perché, nel frattempo, dopo l’insediamento della nostra amministrazione comunale, abbiamo realizzato un vero e proprio poliambulatorio in via Rubicone, a breve distanza da via San Marco, dove a breve attiveremo anche un centro prelievi, rendendo dunque meno urgente l’Utap, mentre è evidente che quella del Cav è una vera emergenza che va affrontata con immediatezza per non lasciare senza assistenza decine di donne, di ragazze madri, spesso giovani, che hanno bisogno di aiuto. Per tale ragione abbiamo deciso di destinare il centro di via San Marco a tale finalità, affidandola, in concessione d’uso, per 15 anni al Cav del Movimento per la Vita. Ovviamente il manufatto ha bisogno di lavori di manutenzione straordinaria, per una spesa che i nostri uffici hanno quantificato in 172mila euro di cui si farà carico lo stesso Cav. Il Centro, a sua volta, riserverà al Comune di Pescara 730 giornate di residenzialità gratuite, garantendo all’Ente un risparmio netto annuale di 39mila 420 euro l’anno sui 150mila euro spesi secondo la nostra media. Non solo – ha proseguito l’assessore Cerolini -: sulla tematica, con il sindaco Albore Mascia, abbiamo anche svolto un incontro con una delegazione di famiglie della zona che, già nei mesi scorsi, hanno manifestato il proprio ‘fastidio’ nei confronti di tale insediamento, ipotizzando che l’apertura di tale struttura avrebbe portato degrado sociale e disordini nel quartiere. A quei cittadini abbiamo chiarito che, come riportato anche nella convenzione che il Comune stipulerà con il Movimento per la Vita e il Cav, nella struttura potranno essere accolte solo donne sole o donne con prole in condizioni di difficoltà, ma non potranno essere ospitate donne con problematiche psichiatriche, o con dipendenza da stupefacenti o alcol, o donne che necessitano di una struttura segreta, dunque non comprendiamo quale dovrebbe essere la ‘fonte’ del degrado. Inoltre la finalità dell’ingresso nella Casa-Famiglia per le ospiti è quella di poter beneficiare di interventi di sostegno materiale e psicologico al fine di raggiungere l’autonomia personale, alla presenza di personale qualificato e di educatori. Infine è bene ricordare che simili strutture esistono già sul territorio, sparse su tutti i quartieri della città, da Porta Nuova ai colli sino in centro e mai si sono registrati ‘casi’ di degrado sociale causato da tali presenze né si intende ‘ghettizzare’ l’area di via San Marco. Dopo tre mesi di incontri e riunioni, oggi abbiamo chiesto il voto sulla delibera da parte della Commissione Politiche sociali e ritengo estremamente grave che la Commissione stessa si sia espressa contro un tale insediamento, ad eccezione del consigliere Pdl D’Incecco. Ritengo grave che si tenti di ritardare o peggio di impedire, senza alcuna ragione evidente, la realizzazione di una struttura che ha una funzione sociale elevatissima e di cui la nostra città ha assolutamente bisogno. A questo punto sarà l’aula consiliare a dover decidere, e saranno i consiglieri a doversi assumere la responsabilità di privare il nostro territorio di tale Organismo, spiegandoci poi però anche come dovremo dare ospitalità a quelle donne che, magari, non potendo contare sul supporto delle proprie famiglie, chiedono al Comune un sostegno doveroso per superare un periodo di disagio”.


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