Polizia, gli aggregati via dall'Aquila. I sindacati Siulp e Sap: è allarme sicurezza

13 Giugno 2012   11:50  

I sindacati di polizia Siulp e Sap, rappresentati da Fabio Lauri e Sabatino Romano, hanno scritto al prefetto dell'Aquila Giovanna Iurato, al questore Stefano Cecere, al presidente della Provincia Antonio Del Corvo, al sindaco Massimo Cialente, per lanciare un nuovo allarme sicurezza dopo il depotenziamento dell'apparato di polizia nel capoluogo e alla luce dei ritardi nel recupero della sede della Questura.

LA LETTERA DEI SINDACATI

Siulp e Sap ritengono grave e ingiustificato l’atteggiamento assunto dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza, nel depotenziare, nel momento di maggior bisogno, l’apparato sicurezza nel capoluogo abruzzese. Per far fronte alle decine e decine di poliziotti che dopo il terremoto sono andati in quiescenza, qualcuno, dimostrando ancora una volta di non avere la benché minima idea di cosa si parli quando si fa riferimento a L’Aquila, ha pensato bene di interrompere le aggregazioni di diversi colleghi in servizio in altri centri, ed aggregati a L’Aquila.

Sfugge a chi è demandato e stipendiato per assumere cotali decisioni, che allo stato è vigente il Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 4 dicembre 2011, che proroga lo stato di emergenza fino al 31 dicembre 2012, a causa degli eccezionali eventi sismici che hanno interessato la provincia dell’Aquila il giorno 6 aprile 2009.

Sfugge, ancora, che la popolazione assistita al 29 maggio 2012, è ancora di 21.387 persone, tra le quali, numerose sono le famiglie ricoverate in alberghi e nelle caserme. Eppure, i nostri burocrati dovrebbero sapere che il territorio del solo Comune dell’Aquila, è tra i più estesi d’Italia e consta di 467 chilometri quadrati, non dovrebbe sfuggirgli che dopo l’evento sismico sono stati realizzati nuovi borghi ai margini del territorio, 19 insediamenti del progetto “c.a.s.e.” e 21 aree edificate con “Moduli Abitativi Provvisori” (m.a.p.); sono stati creati, ex novo, 40 nuovi quartieri, rimestando persone di ogni nazionalità, strato sociale, culturale e religioso.

La criminalità è in costante aumento e preoccupa tantissimo la popolazione. Non altrettanto, stando ai fatti, sembrerebbe invece preoccupare chi dovrebbe garantire l’ordine e la sicurezza pubblica, nonostante i preoccupanti dati che persino il Questore dell’Aquila ha dovuto ammettere nel corso della recente celebrazione della Festa della Polizia.

Che la piccola e la grande criminalità si sia accasata a L’Aquila, quindi, non angustia solo i cittadini o i sindacati di tutte le categorie di lavoratori: è noto anche all’Autorità di Pubblica Sicurezza. In un solo anno, le persone arrestate sono più che raddoppiate, passando da 146 a 380, così come le persone denunciate, da 798 sono addirittura balzate a 1450. E’ scontato, ai più, che il terremoto crea le condizioni ideali sia per la delinquenza comune, sia per la criminalità organizzata. Alla luce dei fatti, che fanno i professionisti posti ai vertici della sicurezza locale e nazionale? Decidono di non considerare i Decreti della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che non interessa se i reati in un solo anno sono più che raddoppiati. Poco importa (a loro), se tra un insediamento e l’altro del progetto “c.a.s.e.” intercorre un diametro di 32 chilometri e la Squadra Volante con il suo solo organico non ce la può fare a coprire certe distanze. Oppure, molto più semplicemente, ignorano completamente tutto ciò!

Sembra non interessare a nessuno se, dopo oltre tre anni, il Ministero dell’Interno non è riuscito a condurre e portare a compimento la ristrutturazione della sede della Questura e della Polizia Stradale, dimenticando interi reparti lavorare nei sottoscala di una banca. La soluzione che ha elaborato il Dipartimento della Pubblica Sicurezza, e che dovrebbe tamponare l’impennata di criminalità in città è semplice quanto disarmante. Purtroppo non c’è dell’ironia in ciò che affermiamo, è l’esatta fotografia dell’attuale situazione della città terremotata capoluogo d’Abruzzo.

Difficile da credere e da accettare, ma è un dato di fatto che l’unica decisione che il Dipartimento della Pubblica Sicurezza ha adottato nei confronti dell’Aquila e dei suoi cittadini, è stata quella di interrompere le aggregazioni dei colleghi che si trovano a dare manforte ai poliziotti di stanza a L’Aquila e farli rientrare nei reparti di provenienza. L’assurdo è che a L’Aquila, una città profondamente modificata nei suoi assetti e nella sua struttura sociale, i poliziotti che dovrebbero garantire sicurezza nelle attuali condizioni, senza i colleghi aggregati, sono diverse decine di unità in meno rispetto al 6 aprile 2009.

Tutto ciò accade in un momento in cui, tutti sanno che da oggi, sino al mese di settembre saranno attivati oltre 9.000 cantieri per la sola ricostruzione privata cosiddetta “pesante”. Queste OO.SS., in questo panorama, si chiedono quale ruolo stia giocato il “comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica” presieduto dal Prefetto, al quale partecipano tra gli altri, il Questore, i Comandanti Provinciali dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza ed il Sindaco.

Visti i risultati, ci chiediamo se sia mai stato affrontato sul serio il tema della “sicurezza” nel capoluogo, esaminando tutti gli “indicatori” che ogni forza di Polizia alimenta giornalmente attraverso i servizi investigativi, di ordine pubblico e controllo del territorio, che determinano e raffigurano la reale situazione della sicurezza in città. L’esperienza che stiamo vivendo, indurrebbe a pensare che il Comitato sinora non si sia posto il problema di valutare se gli organici delle forze di Polizia ed in particolar modo della Polizia di Stato, siano adeguati a fronteggiare le “nuove esigenze di sicurezza” della città.

E’ quanto mai urgente nei confronti dei cittadini che dovremmo proteggere, che il Prefetto, nella sua più alta responsabilità, metta all’ordine del giorno del prossimo Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza pubblica la tematica in argomento, determinandosi sulla qualità della sicurezza in città e rendendo pubblico quanto verrà deliberato in ordine all’ adeguatezza ed alla consistenza degli attuali organici della Polizia di Stato e degli altri apparati che dovrebbero garantire sicurezza a L’Aquila.


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