"Finalmente si sta muovendo qualcosa a livello istituzionale per garantire agli italiani residenti in Venezuela che si trovano in stato di indigenza il diritto ad avere assistenza, anche se privi di mezzi economici, in caso di malattia". Lo sostiene il patronato Inas Cisl di Caracas che plaude al fatto che il Consolato d´Italia in Venezuela è fra i primi al mondo a esservi attivato per stipulare la polizza sanitaria che Franco Danieli, viceministro per gli Italiani nel mondo, ha ordinato (e finanziato) a tutte le diplomazie italiane all´estero. Il Consolato generale di Caracas ha, infatti, emanato un bando di appalto per mille polizze sanitarie a beneficio di altrettanti cittadini italiani residenti nelle circoscrizioni consolari di Caracas e Maracaibo. C´è
da aggiungere che in Venezuela la polizza sarà subito realtà grazie all´interesse di Marisa Bafile (nella foto), deputata italo-venezuelana dell´Unione eletta in Sudamerica (abruzzese d´origine).
Secondo quanto il Console dItalia a Caracas ha recentemente illustrato al locale Comites, di cui fa parte anche la Coordinatrice dellInas Venezuela Annamaria Fiore, la Polizza di salute e sanità – questo il nome del progetto – dovrebbe avere durata annuale e un tetto assicurativo tra i 50 e i 60 milioni di bolivares, ovvero dai 600 agli 800 euro per ciascun assistito. Definire i requisiti e individuare i destinatari sarà naturalmente un compito delicato, sul quale il Consolato ha richiesto collaborazione anche da parte dei patronati. Tra gli aspetti non ancora definiti - precisa l´Inas-Cisl - lauspicata inclusione tra i rimborsi previsti non solo delle spese per visite, ricoveri e operazioni, ma anche per i medicinali; leventuale previsione – cui il Comites è contrario - di malattie non coperte dalla polizza; leventuale fissazione di un limite di età per essere assicurati, punto anche questo che trova contrario il Comites, visto oltretutto che si tratta di una limitazione già prevista e praticata dalle compagnie assicurative venezuelane, che colpisce una categoria sociale di per sé fragile come appunto i più anziani.
Liniziativa, come si vede, deve essere ancora messa a punto in molti importanti dettagli, ma rappresenta secondo lInas Cisl, come afferma il Vice presidente Sante Marzotto, una prima positiva risposta ad un problema cruciale per le fasce più deboli delle nostre comunità allestero.
È senzaltro da apprezzare comunque – fa eco il responsabile del Coordinamento sedi estere e Politiche internazionali Gianluca Lodetti - il fatto che lo Stato italiano voglia dotarsi di strumenti per garantire ai connazionali allestero, ove i sistemi locali non offrano una protezione sufficiente, un diritto basilare come quello alla salute, pilastro irrinunciabile di una piena cittadinanza sociale della persona migrante. Non a caso, ricorda Lodetti, questo tema era stato già evidenziato nel corso dei lavori del Convegno sullemigrazione che il patronato della Cisl ha animato a Roma nel marzo 2006, nonché posto allattenzione del Cgie nellambito dei lavori del Gruppo Sanità operante allinterno della II Commissione tematica (Tutele sociali), nel quale è rappresentato anche lInas. Se andrà a buon fine, questa sperimentazione potrà aprire la strada ad analoghe iniziative anche in altri paesi dellAmerica Latina dove si trovano nostri connazionali in difficoltà. Per portare avanti le sperimentazioni, così come per gestire le fasi successive – rimarca ancora Marzotto - è però importantissimo che tutto venga accompagnato dalle opportune verifiche sia sulla correttezza delle procedure e sullaffidabilità e qualità dei soggetti cui spetterà la gestione delle polizze, che sui risultati ottenuti. Così come è importante che il patronato, come altre realtà operanti sul campo, venga coinvolto nellindividuazione dei destinatari dellintervento, perché operando ogni giorno sul territorio a contatto con la comunità e soprattutto con le persone più bisognose di tutela, è in grado di captarne le necessità e di farsene tramite nei confronti delle istituzioni". (segue)
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