Polizze assicurative contro i rischi da calamità naturale: chi pagherà la ricostruzione dell'Emilia?

24 Maggio 2012   10:22  

Su Repubblica un articolo dedicato al decreto che riforma la Protezione Civile, pubblicato in Gazzetta quattro giorni prima del sisma in Emilia, e che prevede polizze assicurative contro i rischi da calamità naturale per i fabbricati.

L'ARTICOLO DI REPUBBLICA

Ricostruzione, se lo Stato si tira indietro

E' stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 16 maggio, appena quattro giorni prima del sisma che ha sconvolto l'Emilia, il decreto di riforma della protezione civile. Una tempistica sconvolgente se si pensa che con le nuove norme, in caso di calamità naturale, non è più lo Stato a pagare i danni subiti dai cittadini, ma le compagnie di assicurazioni. Il provvedimento prevede un "regime transitorio anche a fini sperimentali" e dunque non diventerà immediatamente operativo.

Entro 90 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta, Palazzo Chigi, di concerto con i ministeri dell'Economia e dello Sviluppo Economico e sentita la Conferenza Stato-Regioni e l'Isvap, dovrà emanare un regolamento. Su quali criteri? Agevolazioni fiscali per chi si assicura e, appunto, "l'esclusione, anche parziale, dell'intervento statale per i danni subiti da fabbricati". Ma l'assicurazione su base volontaria sancirebbe la disparità tra cittadini che vivono in zone non a rischio e quelli che, invece, si trovano in aree sismiche o a rischio idrogeologico. Probabile, allora, che si vada verso l'assicurazione obbligatoria. Ma oggi, di fronte alla catastrofe emiliana, cosa fare?

Il nuovo meccanismo di finanziamento della ricostruzione potrebbe essere applicato per la prima volta proprio dopo il sisma in Emilia. Per questo, Rosy Bindi, presidente del Pd, chiede direttamente al governo di "cambiare la legge", una "delle stranezze di quest'epoca" dichiara al Tg3.

Il capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, si dice preoccupato. "Il ridisegno normativo non riguarderà la prima parte, relativa alla gestione dell'emergenza, ma punterà a riorganizzare gli interventi dopo i primi cento giorni dall'evento naturale. Credo che tempistica migliore o peggiore, a secondo dei punti di vista, non poteva essere scelta per il varo di questa legge. Il Parlamento sarà chiamato a convertire il decreto a ridosso di questo evento sismico e dare un'indicazione non chiara sarà una forte responsabilità da parte di chi dovrà dare il proprio consenso a questo intervento normativo".

A nome del governo parla il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Antonio Catricalà, durante un vertice nel modenese. 

"Valuteremo tutte le richieste, dal rinvio del pagamento dei tributi e dei contributi alla derogabilità al patto di stabilità richiesto da molto comuni". 
In ogni caso, ha precisato il sottosegretario, "anche questa deroga ha bisogno di una copertura finanziaria". 

Il dl che varerà domani il Consiglio dei ministri, ha spiegato Catricalà, "servirà per la messa in sicurezza previsionale per le persone, non per la sistemazione dei luoghi o dei palazzi" colpiti dal terremoto, ma questo "non significa che il governo intende estraniarsi e lasciare sole le amministrazioni locali" ad affrontare l'emergenza. 

"Faremo i nostri conti e faremo tutto ciò che è necessario per il territorio - ha precisato Catricalà - solo successivamente si dovranno trovare altre modalità" per trovare i finanziamenti per la ricostruzione degli edifici: ma di questo "ne parleremo con gli uffici del ministero dell'Economia".

Dal canto suo, il presidente della Regione Emilia Romagna, Vasco Errani, ringraziando Catricalà e Mario Monti, ha sottolineato come, dopo il decreto legge per l'emergenza, occorra "costruire in tempi rapidi una serie di provvedimenti che siano in grado di legare l'emergenza al processo di ricostruzione". 

A questo proposito ha citato la "sospensione del pagamento dell'Imu per chi ha avuto la casa distrutta" e la deroga al patto di stabilità per i Comuni coinvolti ("è una priorità") ha detto.

I senatori ecodem Roberto Della Seta e Francesco Ferrante chiedono "scelte razionali e non demagogiche".  "L'Italia - scrivono i senatori del Pd - è un paese esposto più di altri al rischio sismico. Ma a questa fragilità finora non si è accompagnato uno sforzo adeguato per migliorare la qualità antisismica delle costruzioni, e prevenire gli alti costi degli interventi post terremoto. Per questo consideriamo più che mai opportuno introdurre il principio per cui gli immobili debbano essere coperti da polizze assicurative, come in parte previsto nel decreto legge sulla protezione civile appena emanato dal Governo. 

Al tempo stesso occorre rafforzare l'impegno per la messa in sicurezza antisismica di case, palazzi, infrastrutture, a partire dalla stabilizzazione del credito di imposta del 55% per questo tipo di interventi". 

"E' del tutto condivisibile l'idea che in caso di calamità naturali lo Stato finanzi interventi di ricostruzione anche con un'accisa straordinaria sui carburanti: ma deve essere un'accisa nazionale, mentre sarebbe inaccettabile che ogni regione fosse chiamata a pagare da sola i propri danni".

Se la deroga al patto di stabilità è la richiesta più forte degli enti locali, c'è anche la proposta di una tassa patrimoniale sui grandi capitali, o un prelievo aggiuntivo sui capitali 'scudati' rientrati dall'estero. Giunge dal presidente della Provincia di Pesaro Urbino, Matteo Ricci, che con quel denaro vorrebbe vedere rifinanziare il fondo nazionale di protezione civile. Ricci scriverà una lettera al premier Monti, convinto che "non è possibile che quando in un Paese civile un territorio viene colpito da una calamità come questa, o come nel febbraio scorso il 'terremoto bianco' della neve, non scatti un meccanismo di solidarietà nazionale".

Proprio sabato, ricorda Ricci, poche ore prima del sisma in Emilia, "ho incontrato il capo della Protezione civile Franco Gabrielli, il quale mi ha detto quello che sta ripetendo in queste ore: la Protezione civile ha piani per le emergenze, ma non ha fondi per il post emergenza". Cioè per la riparazione dei danni e la ricostruzione.


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