Post-terremoto e ricostruzione: diario di bordo

26 Novembre 2011   10:44  

La situazione nel cratere sismico abruzzese dopo oltre due anni e mezzo dal 6 aprile 2009. Partiamo dai numeri dell'assistenza nei 57 comuni terremotati: le persone alloggiate nel progetto case, nei villaggi di casette di legno e fondo immobiliare sono 22.177, 12.045 quelle che percepiscono l'assegno mensile di autonoma sistemazione. 633 persone sono ancora in alberghi e caserme.

Sarà la loro una permanenza temporaneo, ma che rischia di durare molti anni. Intanto si paventa un taglio netto dei fondi dell'assistenza per il 2012.

Ed anche per questo motivo il Comune dell'Aquila si appresta ad introdurre canoni d'affitto per gli assegnatari non proprietari di casa E alloggiati nel progetto Case e nei Map, anche perché servono fondi e tanti per la manutenzione la gestione, i servizi e i trasporti dei nuovi quartieri, distanti tra loro anche decine di chilometri.

Veniamo alla ricostruzione pesante, l'alfa e l'omega della immane sfida aquilana. Sono ben 7.000 le pratiche per la ricostruzione delle case E fuori dai i centri storici in attesa di approvazione. Sotto accusa e oggetto di scontro politico l'efficienza della filiera Fintecna, Cineas e Reluis.

A breve dovrebbero essere emanati nuovi provvedimenti commissariali volti a sfoltire i gineprai burocratici e ad ottenere tempi certi dalla filiera anche mediante sanzioni in caso di sforamento dei tempi.

Per quanto riguarda il grosso della ricostruzione post-sismica, quella che dovrà interessare il centro storico dell'Aquila e di altre decine di borghi, si è in attesa della redazione, analisi e approvazione dei Piani di ricostruzione.

Bisogna poi completare la messa a punto della filiera dello smaltimento e riciclo delle macerie. I tempi, inutile illudersi, saranno necessariamente ancora lunghi, con il rischio, soprattutto nei piccoli borghi terremotati che si incrementi il processo di spopolamento e declino, un triste fenomeno già in essere prima del sisma.

Veniamo ad altri due altri temi caldissimi del post-sisma, la restituzione delle tasse sospese e la zona franca urbana. Dopo manifestazioni, feroci polemiche politiche, ardue peripezie diplomatiche, un risultato più o meno soddisfacente lo si è finalmente ottenuto: i contributi previdenziali, così come le imposte sulle persone fisiche arretrate e sospese dopo il sisma, si restituiranno in 120 rate e abbattute del 60 per cento a partire dal 1° gennaio 2012.

Certo questo non basta per risollevare un tessuto economico ancora in buona parte in fortissima difficoltà, e per un territorio dove si registra un forte incremento di disoccupati, cassintegrati e centinaia di attività che non hanno riaperto i battenti o che rischiano di chiudere.

Toccasana sarebbe l'istituzione della zona franca urbana, ovvero di un insieme di forti misure a sostegno dell'economia, in particolare esenzioni fiscali ed incentivi agli investimenti. La complessa pratica è ferma alla Commissione europea, a cui spetta il via libera, e l'esito positivo non è affatto scontato.

Infine il vil denaro: per la ricostruzione serviranno nei prossimi anni  tanti miliardi di euro, che dovrebbero essere garantiti anno per anno da un Paese che a causa della devastante crisi economica e finanziaria, sarà costretto nei prossimi tempi a stringere la cinghia. Non resta dunque, per sdrammatizzare, che consolarsi con una delle leggi di Murpy: '' Un'attenta e puntuale pianificazione non potrà mai sostituire per efficacia, una buona dose di fortuna''

di Filippo Tronca


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