Presunte assunzioni facili in Provincia, niente archiviazione per Di Giuseppantonio

Indagati anche sette assessori e il segretario, udienza a giugno

30 Aprile 2014   12:19  

Andrà avanti, salvo novità impreviste, l'inchiesta per presunte assunzioni facili alla Provincia di Chieti, che vede indagati il presidente Enrico Di Giuseppantonio, sette membri della sua giunta ed l'ex segretario generale dell'ente.

Non ha alcuna intenzione di archiviare il caso, infatti, il gip Antonella Redaelli, che ha respinto la richiesta presentata in tal senso dal pm Rosangela Di Stefano. Di conseguenza, restano indagati con l'accusa di abuso d'ufficio il presidente Di Giuseppantonio e gli assessori (o ex assessori) Antonio Tavani, Eugenio Caporrella, Donatello Di Prinzio, Gianfranca Mancini, Mauro Petrucci e Silvio Tavoletta, oltre all'ex segretario generale Antonio Romano.

Il presunto caso venne fuori nel 2010, allorché un disabile presentò una denuncia sostenendo che otto lavoratori interinali, assai vicini al presidente, fossero stati assunti grazie ad una delibera di giunta che delegava un'agenzia esterna riuscendo in sostanza ad aggirare la legge sulla quota riservata ai disabili.

Nell'inchiesta che seguì, la Guardia di Finanza scrisse nel rapporto conclusivo come la delibera fosse da ritenere "un artato espediente posto in essere al fine di poter aggirare la legge", precisando inoltre come gli otto assunti si fosssero aggiuficati il servizio il 27 dicembre 2010, contestualmente alla loro iscrizione presso l'agenzia interinale Tempor tra il 27 ed il 28 dicembre, "lasciando con ciò presupporre che l'agenzia sia stata di fatto indotta nella somministrazione di questo personale".

Tali circostanze furono confermate nel corso di un interrogatorio di un testimone della stezza agenzia in data 30 marzo 2011, nel corso del quale sostenne che non ci sarebbe stata alcuna selezione per gli incarichi, bensì una semplice ricollocazione degli impiegati che fino al giorno prima avevano occupato i medesimi posti.

Il solo effetto penale che tale rapporto sortì fu un'indagine della Corte dei Conti per un presunto danno all'Erario di 109.000 euro. A seguire, il pm Di Stefano presentò domanda di archiviazione, ritenendo che, anche nel caso che questo tipo di assunzione fosse determinato dalla volontà di eludere la legge, la delibera votata dalla giunta provinciale non fosse di per sé ingiusta, essendo tra l'altro il personale scelto da un'agenzia interinale delegata, sulla quale non risultavano essere state poste pressioni. Richiesta che il gip ha per l'appunto respinto, fissando l'udienza la prossimo 26 giugno.


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