Primo resoconto dei danni al patrimonio culturale aquilano

Dalla redazione di MU6

01 Maggio 2009   17:30  

Sono trascorsi 25 giorni dalla terribile notte del 6 aprile scorso e adesso cominciamo a poter raccogliere i primi sommari dati sui danni al patrimonio culturale del territorio colpito dal terremoto. Secondo la prima stima fatta dal neocommissario della Protezione Civile per il patrimonio, Luciano Marchetti, sarebbe intorno a 1500 il numero dei monumenti danneggiati. Partendo dai siti archeologici per arrivare agli archivi storici e di arte contemporanea praticamente tutto ha subito danni importanti.

Per il recupero e restauro dei beni culturali non ci sono stanziamenti all’interno del decreto legge firmato a L’Aquila nel corso del Consiglio dei Ministri del 23 aprile scorso. Ci sono però 50 milioni per i primi interventi in corso di stanziamento da parte del MiBAC e c’è poi la famosa “lista di nozze” presentata al Primo Ministro Silvio Berlusconi che contiene un elenco di 44 monumenti, i più importanti, che potranno essere “adottati” dalle altre nazioni. In questo senso c’è già l’ufficialità del primo dono: la Spagna d Zapatero ha già aderito adottando il Forte Spagnolo.

AREA ARCHEOLOGICA DI FOSSA – il sisma ha provocato danni alle tombe a tolos che sono crollate e per le quali il riposizionamento richiederà un’operazione di anastilosi molto delicata.

AREA ARCHEOLOGICA DI AMITERNUM – Qui i danni sono circoscritti, il sisma ha provocato un aumento di crepe e fratture già esistenti su alcuni monumenti come l’anfiteatro di Amiternum.

La sezione archeologica del Museo Nazionale d’Abruzzo al Forte Spagnolo, sita al piano terra dell’edificio, non ha subito particolari danni; ed è incorso una verifica dei danni sui reperti archeologici custoditi in siti diversi come chiese e palazzi privati. Sempre al piano terra del Museo Nazional d’Abruzzo è intatto lo scheletro di Mammuthus meridionalis vestinus che è stato oggetto di un intervento di messa in sicurezza da parte della Funzione 15, Salvaguardia Beni Culturali costituitasi con l’emergenza terremoto.


SANTA MARIA AD CRYPTAS seconda metà XIII secolo – FOSSA – L’edificio è stato puntellato ed ha ricevuto immediatamente i lavori di somma urgenza per mettere in sicurezza la struttura e il prezioso apparato pittorico. I danni sono ingenti, la struttura architettonica si è aperta in più parti ed ha rischiato il collasso facendo così perdere i preziosi affreschi che per il momento esistono ancora ma che hanno bisogno di restauri urgenti.

BASILICA DI SANTA MARIA DI COLLEMAGGIO fine XIII secolo – L’AQUILA – E’ la chiesa simbolo del patrimonio culturale aquilano e tra i monumenti maggiori è quella più danneggiata. Il sisma ha provocato il crollo della copertura, restaurata negli anni ’80, in corrispondenza dell’altare maggiore e del transetto, non si conoscono ancora le condizioni dell’originale e prezioso pavimento medievale realizzato con materiali misti con prevalenza di pietra locale. Sono state salvate e portate in luoghi sicuri le opere d’arte contenute nell’edificio, compresa la teca che custodisce le spoglie di Celestino V. E’ salva anche la preziosa Madonna con Bambino in terracotta policroma dell’inizio del XV secolo a firma Saturnino Gatti. Benedetto XVI è il primo papa che ha reso omaggio alle spoglie di papa san Celestino personaggio " scomodo"

SANTA GIUSTA DI BAZZANO prima metà XIII secolo – BAZZANO L’AQUILA – Seri danni sono stati riscontrati alla preziosa e unica facciata che, come in molti casi, si è “scollata” dal corpo della chiesa. Non conosciamo le condizioni del tetto.

SAN DOMENICO inizio XIV – L’AQUILA – La chiesa è praticamente crollata. L’edificio molto danneggiato dal sisma del 6 aprile, ha subito un peggioramento delle sue condizioni con lo sciame sismico ancora in atto e dalle forti piogge di questi giorni.


SAN BERNARDINO XIV – XV secolo – L’AQUILA - I danni maggiori si sono riscontrati sul campanile e la cupola. Quest’ultima presenta un enorme squarcio, mentre il campanile ha una frattura ha causato la rovinosa caduta delle campane ( su una di queste è scritto anche “San Bernardino proteggici dal terremoto”) sul sottostante convento. All’interno sono intatte, ma hanno urgente bisogno di essere messe in sicurezza perché tutto l’edificio presente vistose lesioni, il Paliotto d’altare in ceramica policroma di Andrea della Robbia, il Mausoleo in pietra che custodisce le sacre spoglie di san Bernardino da Siena(queste sono state già portate in salvo) opera di Silvestro dall’Aquila, il Monumento funebre a Maria Pereira Camponeschi sempre di Silvestro dall’Aquila, l’imponente soffitto barocco e il prezioso e raro organo settecentesco.


FORTE SPAGNOLO E MUSEO NAZIONALE D’ABRUZZO – XV secolo – L’AQUILA - I danni maggiori li ha subiti anche qui la parte ottocentesca, i locali del museo (sezione d’arte sacra, moderna e contemporanea) e degli uffici della Soprintenda BSAE. Gran parte delle raccolte, come le statue lignee e in terracotte, hanno riportato gravi danni, ed attualmente sono state messe in sicurezza insieme a quasi tutta la collezione del museo, presso il Museo Nazionale della Preistoria d’Abruzzo di Celano – Paludi. La sezione d’arte contemporanea è quella che ha subito il crollo totale degli ambienti.

CASA MUSEO SIGNORINI – CORSI – XVIII secolo –L’AQUILA – Molto danneggiato l’edificio che conserva la raccolta della ricca famiglia aquilana che è situato nel cuore del centro storico dell’Aquila e che presenta vistose lesioni ma non crolli, questo ha permesso che si salvasse l’importante collezione di oggetti d’arte.

MUSPAC – MUSEO SPERIMENTALE ARTE CONTEMPORANEA PALAZZO SELLI – L’AQUILA-
Il museo ospitato in un antico palazzo del centro storico di proprietà del Comune dell’Aquila, ha riportato danni ingenti alla struttura e agli archivi.

FONDAZIONE GIORGIO DE MARCHIS, BONANNI D’OCRE DOCUMENTI DI ARTE CONTEMPORANEA – PALAZZO DE MARCHIS - L’AQUILA –
Non si hanno notizie precise della condizione del fondo archivistico e bibliografico raccolto all’interno del palazzo storico situato a Via Indipendenza nei pressi del Palazzo del Governo completamente distrutto dal terremoto e dove il sisma ha fatto più danni.

OPERE D'ARTE

Il tempo inclemente che in questi giorni ha tartassato la città dell’Aquila ha reso molto difficili le operazioni. A tarda serata però le due grandi tele di proprietà della Provincia dell’Aquila, “Bestie da Soma” e “Pulsazioni e Battiti” del pittore ottocentesco Teofilo Patini, sono state recuperate e portate in salvo presso il deposito della sede ARSSA ad Avezzano, dove le preziose opere sono state messe al sicuro in base ad un’accurata ispezione dei Carabinieri.
I due dipinti, di dimensioni enormi (4,14X2,45 Bestie da Soma e 2X1,50 Pulsazioni e Battiti), abbellivano le pareti laterali della sala del Consiglio Provinciale dell’Aquila all’interno del Palazzo del Governo completamente distrutto dal sisma del 6 aprile scorso; nonostante questo le opere sono in ottime condizioni ma il recupero è stato particolarmente difficile e rischioso. L’operazione è stata portata a termine dai Vigili del Fuoco con la supervisione della Soprintendenza ai Beni Storico, Artistici ed Etnoantropologici.
Pulsazioni e Battiti e Bestie da Soma sono due capisaldi per l’arte dell’ottocento europeo. Firmate e datate da Teofilo Patini, (Castel di Sangro 1840 Napoli 1906) esse rappresentano il manifesto visivo di quella corrente artistica di fine ottocento definita Realismo Sociale (che ha avuto rappresentanti come Pelizza da Volpedo) che è stata un atto di denuncia delle condizioni delle classi povere ed emarginate della società dell’epoca. In queste due opere, infatti, il pittore aquilano rappresenta la fatica del lavoro sui campi di due giovani donne, di cui una incinta, contadine che si riposano stremate dopo il durissimo compito della raccolta della legna. In Pulsazioni e Battiti, invece, il pittore coglie una scena d’interni, una famiglia poverissima dell’Abruzzo interno assiste, insieme al dottore del paese, gli ultimi minuti di vita dell’anziano di casa. Come si può capire questi due dipinti, che hanno anche delle preziose cornici dell’epoca, oltre ad essere dei capolavori dell’arte dell’ottocento sono testi fondamentali, così come le opere di Silone, per capire e conoscere la condizioni di vita delle classi più povere dell’Abruzzo ottocentesco.

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