Processo Grandi Rischi, la pm D'Avolio: ''Ecco come a L'Aquila si morì a causa delle rassicurazioni'

''Hanno causato la morte di 29 persone

25 Settembre 2012   10:49  

Entra nel vivo a L'Aquila il processo alla commissione Grandi Rischi, che su volontà dell'allora capo della Protezione civile Guido Bertolaso si riunì a L'Aquila una settimana prima del devastante terremoto, comunicando alla popolazione, in una conferenza stampa ufficiale, che lo sciame sismico in atto e cadenzato da scosse crescenti, era da interpretarsi, alla luce della scienza, come un graduale rilascio di energia, e che dunque erano da escludersi scosse di magnitudo superiore rispetto a quelle già verificatesi.

Rassicurazioni colpevoli e disastrose, secondo i pm Fabio Picuti e Roberta D'Avolio, prive di ogni evidenza scientifica, che hanno causato di fatto la morte di un determinato numero di persone sotto le macerie.

Alla sbarra il gotha della scienza sismica italiana e della protezione civile, accusata di omicidio colposo plurimo: Franco Barberi, Bernardo De Bernardinis, Enzo Boschi, Giulio Selvaggi, Gian Michele Calvi, Claudio Eva e Mauro Dolce.

Nella requisitoria odierna del pm Roberta D'Avolio le testimonianze di tanti parenti e amici delle vittime.

Come quelli di Daniela Visione, morta sotto le macerie in via Campo di Fossa, abbracciata ai suoi due bambini, Davide e Matteo. 

Una madre rassicurata dalla Grandi Rischi, che al marito dice: "Sentito cosa ha detto? Non c'è perciolo'', che dopo il 31 marzo decise di abbandonare il progetto, quasi maniacale, di costruire al più presto una casetta antisismica in periferia e di andarci immediatamente a vivere. Il 5 aprile dopo la scossa che ha preceduto quella fatale, Daniela spiegò anche alla madre, che la implorava di uscire di casa e di dormire in macchina, che non c'era pericolo, che bisognava restare calmi, perché appunto aveva sentito in televisione che non potevano verificarsi scosse più forti.

Destino analogo a quello di Paola Tomei, scomparsa a causa del crollo della sua casa in via Luigi Sturzo. Prima della riunione del 31 marzo più volte aveva dormito in macchina, nel piazzale di un supermercato. Dopo le rassicurazioni mutò radicalmente e fatalmente la sua percezione del rischio incombente. Ha testinomiato la sorella Ortesia: ''Anche Paola prima della riunione della commissione aveva paura e dormiva in macchina come noi. Poi non più. Si sentiva sicura. Mi ha più volte detto che era in corso un rilascio positivo di energia. Che a Isoradio dicevano di stare tranquilli, e che pure Cialente lo aveva detto in televisione". Paola quella notte dormì in casa. Senza scarpe, non più pronta alla fuga come aveva sempre fatto prima. Ed è morta.

Particolarmente significativa poi la testimonianza di Maurizio Cora, che sotto macerie della sua casa di via XX settembre ha perso le figlie Alessandra e Antonella e la moglie Patrizia. ''Sono un avvocato, un uomo di legge – aveva spiegato in aula Cora - per me quello che aveva comunicato ufficialmente la Commissione grandi rischi aveva l'autorevolezza propria di un'istituzione, era lo Stato a dirmi di non ti preoccuparmi, perchè non accadrà nulla di disastroso. A rassicurare i cittadini erano i massimi esperti di terremoti, mica gente qualsiasi''. Ed è per questo che quella notte, a seguito della prima forte scossa anche l'avvocato Cora decise di non portare la famiglia a dormire in macchina alla villa comunale, come aveva fatto tutte le altre volte.

Al termine della requisitoria di Roberta D'Avolio, prenderà la parola ancora una volta il pm Fabio Picuti che formulerà le richieste di condanna al giudice Marco Billi.

Gli avvocati degli imputati, nelle loro arringhe difensive in programma il 9 e 10 ottobre, cercheranno di dimostrare che è impossibile stabilire il nesso di causa tra una valutazione scientifica, per sua definizione fallibile, in merito agli esiti finali di uno sciame sismico, e la morte di 309 persone a causa del crollo di edifici in gran parte costruiti male e che non hanno retto alla scossa del 6 aprile. E tenendo conto che nessuno degli imputati ha escluso, aseguito della commissione l'ipotesi che un terremoto pericoloso poteva anche verificarsi.

La sentenza che sarà formulata dal giudice Marco Billi e che in ogni caso scriverà una pagina importante del diritto penale, è prevista entro un mese.

 


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Pm Roberta D'Avolio
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