Processo Grandi rischi: la sete di giustizia, il desiderio di verità

25 Maggio 2011   16:38  

Subito dopo la lettura da parte del Gup del Tribunale dell'Aquila, Giuseppe Romano Gargarella del dispositivo con il quale sono stati rinviati a giudizio i sette componenti della Commissione Grandi Rischi, con l'accusa di omicidio colposo plurimo e lesioni in riferimento al terremoto avvenuto all'Aquila il 6 aprile 2009, non sono mancati i commenti delle parti.

"Questo e' appena l'inizio di un processo - ha detto l'avvocato ed ex ministro, Alfredo Biondi, legale di Claudio Eva - perche' la prova si fonda in dibattimento, ci batteremo per raggiungere quella prova che per me c'era ma questo giudice ha deciso diversamente ed io mi inchino al suo volere".

"Noi speravamo in qualche cosa di piu' - ha detto l'avvocato Franco Coppi, legale di Selvaggi - comunque come tutti sanno l'ordinanza di rinvio a giudizio non e' una sentenza di condanna e quindi riapriremo il discorso a settembre".

Alla domanda da parte dei giornalisti se lo stesso Coppi si attendeva da parte del Gup il rinvio a giudizio, il legale ha replicato: "Ritenevamo che qualche distinzione poteva essere gia' fatta in questa fase".

Visibilmente commosso, il medico Vincenzo Vittorini, tra i fondatori del Comitato "309 Martiri", che nel devastante sisma di due anni fa ha perso la moglie e la figlia: "E' cominciato il lungo tragitto che deve condurre alla verita' dei fatti - ha detto il medico che si e' costituito parte civile nel processo che si andra' a discutere il 20 settembre - noi vogliamo sapere perche' non ci e' stata data la capacita' quella notte, quei giorni, di scegliere.

Sotto un certo punto di vista - ha proseguito - il rinvio a giudizio e' amaro perche' ti fa capire che qualcosa si poteva fare. Sta venendo fuori un'altra problematica seria - ha detto ancora Vittorini - cioe' il coinvolgimento totale degli Enti come Comune, Regione, Provincia, probabilmente anche del Dipartimento di protezione civile, dove sono stati tirati in ballo in uno scarica barile che pone ombre gravissime su quello che forse poteva essere fatto a tutti i livelli. E' una cosa su cui noi andremo a fondo su tutto. Le parole che sono state dette dagli stessi avvocati difensori degli imputati riguardo l'operato di questi Enti, pesano come macigni, inizia una battaglia non per vedere in galera qualcuno ma per arrivare alla verita' di quello che e' successo e far si' che possa cambiare la mentalita' ed evitare che simili tragedie possano verificarsi in altri parti d'Italia".

Per l'avvocato Wania Della Vigna, uno dei legali di parte civile, "Oggi e' una data importante nella storia della giurisprudenza in quanto per la prima volta vengono tratti a giudizio componenti di una commissione scientifica che aveva il dovere giuridico di valutare attentamente il rischio sismico. A ciascuno di loro - ha proseguito - era noto che L'Aquila era una zona sismica, erano noto a ciascuno di loro che c'erano stati terremoti distruttivi preceduti da sciame sismico, era noto la vulnerabilita' di molti edifici del centro storico e dei paesi limitrofi, tutto avrebbe dovuto indurre ad una diversa valutazione del rischio che non vuol dire certo prevedere il terremoto. Invece dalle loro dichiarazioni - ha detto ancora l'avvocato Della Vigna - e' emerso un messaggio rassicurante che ha indotto molti a scegliere di restare nelle proprie abitazioni tipo casa dello studente ove hanno trovato la morte otto studenti e alcuni subito lesioni, di qui la condotta penalmente rilevanete che sara' portato al vaglio del magistrato giudicante. Oggi e' altresi - ha concluso il legale di parte civile - una data storica per L'Aquila perche' si iniziera' a dare una prima risposta ai sopravvissuti e ai familiari delle vittime del 6 aprile del 2009".


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