Processo Sanitopoli, il Pm: la sanità abruzzese in mano al partito dei soldi

AGGIORNAMENTI

10 Giugno 2013   11:19  

"Lo scempio del denaro pubblico c'e' nella prima e nella seconda cartolarizzazione ed e' ordito, studiato con meccanismi raffinatissimi da Masciarelli ed e' voluto dalla seconda giunta in modo piu' infido".

E' uno dei passaggi chiave della requisitoria del pm Giuseppe Bellelli al processo in corso al tribunale di Pescara su presunte tangenti nel mondo della sanita' abruzzese, che conta tra i 25 imputati l'ex governatore Ottaviano Del Turco, accusato di associazione per delinquere, corruzione, abuso, concussione, falso.

Ad accusare Del Turco l'ex titolare della clinica privata 'Villa Pini' di Chieti, Vincenzo Angelini, che rivelo' ai magistrati di aver pagato tangenti per un totale di circa 15 milioni di euro ad alcuni amministratori regionali in cambio di favori.

Il pm Bellelli ha parlato degli elementi comuni tra la giunta regionale guidata dall'ex governatore Giovani Pace e quella dell'ex presidente Ottaviano Del Turco: "il filo conduttore - ha detto - puo' essere sintetizzato purtroppo in una frase: "noi siamo il partito dei soldi". E' il filo rosso che viene collegato da Masciarelli".

Secondo Bellelli "gli elementi comuni raccontano un modus operandi che porto' all'espropriazione dei poteri iniziata con la giunta di centrodestra e conclusa con quella di centrosinistra.

In questo sistema i servi vanno avanti e sono gratificati, mentre gli uomini che rispettano la legge vengono minacciati, cacciati ed esautorati.

Questi volevano far risparmiare i soldi alla collettivita', ma il partito dei soldi invece pretendeva la loro testa".

Per il pm "la prima e la seconda cartolarizzazione la scrivono le banche. Eravamo - ha sottolineato - in mano a questi speculatori e faccendieri. Masciarelli anche quando si dimette se lo tengono Del Turco e compagni. Tenteranno di rinnegarlo solo quando sara' arrestato".

Bellelli ha inoltre detto che "il vero momento di discontinuita' del modus operandi e' il 26 ottobre 2006, giorno dell'arresto di Giancarlo Masciarelli, e l'uscita finalmente di questo personaggio dal quadro affaristico che aveva determinato le vicende di questa regione".

Sempre nella sua requisitoria l'accusa ha inoltre evidenziato come "la giunta di centro destra garanti' la pax per tutte le cliniche con danno al bilancio sanitario.

Il vento nuovo arrivo' ma solo per gli abruzzesi ingenui con le elezioni del 3 aprile 2005.

Mentre la corruzione rimaneva bipartisan e culmina con la seconda cartolarizzazione che e' tombale". "Per Angelini finisce il tempo delle vacche grasse - ha detto ancora Bellelli - e iniziano i viaggi a Collelongo".

IL PROCESSO SANITOPOLI

Inizia oggi la fase conclusiva e decisiva del processo contro l'ex governatore Ottaviano Del Turco, accusato, insieme ad altri, di avere intascato tangenti milionarie dall'imprenditore della sanità privata Vincenzo Angelini. Il giudizio della corte é atteso per il prossimo 19 luglio.

Oggi, infatti, dopo due anni di dibattimento, sarà il primo giorno di requisitoria dei pm Giampiero Di Florio e Giuseppe Bellelli, che si alterneranno nel cercare di dimostrare l'esistenza dei circa 15 milioni di euro di tangenti che Angelini avrebbe versato a diversi esponenti del mondo politico di ambo gli schieramenti, in cambio di benefici per le proprie case di cura.

Se il principale accusato, per l'appunto Del Turco, molto probabilmente non sarà presente in aula come solito fare da un mese a questa parte, ci dovrebbero invece essere tutti gli altri nomi eccellenti: l’ex deputato del Pdl Sabatino Aracu, l’ex assessore regionale alla sanità Bernardo Mazzocca, l’ex consigliere regionale Camillo Cesarone, l’allora segretario alla presidenza della giunta regionale Lamberto Quarta e l’ex manager della Asl di Chieti Luigi Conga. Loro e gli altri imputati (in tutto, lo ricordiamo, ben 24, di cui due nel frattempo deceduti) sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere, concussione, corruzione, abuso, falso e truffa.

Più complessa, in questo quadro generale, la posizione di Angelini, nella doppia veste di imputato e di parte civile, poiché l'intero processo partì appunto dalle sue confessioni circa le tangenti elargite a Del Turco, il quale ha invece sempre negato.

Tra le tangenti, poi, particolare interesse dal punto di vista processuale é suscitato dalla presunta mazzetta di 200.000 euro che l'ex re della sanità abruzzese sostiene di aver consegnato di persona a Del Turco presso la sua abitazione di Collelongo. Le fotografie scattate in quell'occasione ritraggono separatamente i soldi, i soldi all'nterno della busta ed una busta di mele che Del Turco avrebbe dato in cambio ad Angelini.

In apparenza, si tratterebbe di una tangente rifiutata, ma a tal riguardo l'ex governatore ha sempre sostenuto di non aver mai ricevuto mazzette da Angelini.

 "Hanno il potere assoluto che porta alla piena ricattabilita' del ricattatore Angelini".
Lo ha detto il pm Giuseppe Bellelli  nella sua requisitoria parlando della seconda cartolarizzazione fatta durante la presidenza di Del Turco.
"Facevano credere ad Angelini - ha proseguito - che gli facevano un favore altrimenti i soldi come glieli prendono. Cosa va a fare a Collelongo?" Bellelli ha inoltre detto che "Del Turco imponeva un sistema di gestione illegale con i rapporti con le case di cura, imperniato sulla mancanza di trasparenza, imparzialita' e buon andamento".
Il pm ha parlato di "virus della corruzione che viene inoculato nella legge 20".

Il presidente del collegio, oggi, prima dell'inizio della requisitoria, ha annunciato che la sentenza sara' pronunciata il prossimo 18 luglio e non il 19.

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