Processo caserma Campomizzi, condannati per truffa allo Stato imprenditori aquilani

19 Aprile 2018   12:11  

Dopo alcune ore in camera di consiglio, solo nella notte si è arrivati a sentenza, nell'ambito del processo sulla ristrutturazione post sisma dei locali della Caserma Campomizzi, su presunti favoritismi nell'assegnazione dell'appalto, di 11 milioni di euro.

Il tribunale dell’Aquila ha condannato con l’accusa di truffa ai danni dello Stato l’imprenditore aquilano Enzo Romano Marinelli alla pena di 2 anni di reclusione e il suo collega Ettore Barattelli, attuale presidente dell’associazione costruttori della provincia dell’Aquila.

I due imprenditori, che hanno anche avuto la interdizione, per due anni, a contrattare con la pubblica amministrazione, fanno parte del Consorzio Federico II che si è aggiudicato l’importante commessa pubblica.

La sentenza è stata pronunciata intorno alle 23 di ieri sera dopo alcune ore di Camera di Consiglio al termine di una lunga udienza caratterizzata tra l’altro da arringhe difensive e repliche del Pm Stefano Gallo. 

Assolti invece i sei dirigenti e tecnici del provveditorato interregionale alle Opere Pubbliche, stazione appaltante del lavoro post terremoto, per i quali l’accusa aveva chiesto delle condanne, ed un dirigente del provveditorato, un tecnico e un imprenditore per i quali il pm aveva chiesto assoluzioni e prescrizioni.

Gli assolti sono Giovanni Guglielmi, ex provveditore alle opere pubbliche, per il quale era stato chiesto un anno di reclusione; Giancarlo Santariga, ex provveditore aggiunto (richiesta di un anno e 4 mesi); Claudio Quartaroli, funzionario del Provveditorato (un anno e sei mesi); Filippo Di Giacomo, ex funzionario del Provveditorato (un anno e quattro mesi); Luigi Zaccagno, ex funzionario del Provveditorato (un anno e 4 mesi); Giuliano Genitti, anch’egli ex funzionario del Provveditorato (un anno e quattro mesi).

Poi, l’ex dirigente del Provveditorato Carlo Clementi, l’imprenditore Giulio Vittorini, terzo componente del Consorzio Federico II e il collaudatore Giovanni Benevieri, per i quali il Pm aveva chiesto assoluzioni e prescrizioni.

Nella precedente udienza era emerso che il 90 per cento delle accuse è prescritto e in quanto alle accuse sono rimaste in piedi la truffa ai danni dello Stato e le false fatturazioni.

A testimoniare nei giorni scorsi presso il Tribunale aquilano, anche il capo della Polizia, Franco Gabrielli, che all'epoca dei fatti era prefetto del capoluogo.

Gli imputati sono stati assistiti, tra gli altri, dagli avvocati Vincenzo Calderoni, Antonio Milo, Ernesto e Massimiliano Venta, Cesidio Gualtieri, Claudio Cagnoli, Carlo Peretti.

Secondo i quanto si è appreso, è intenzione dei due imprenditori presentera appello.

 



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