Processo discarica Bussi, pm Mantini, sistematica falsificazione dei dati pubblici

03 Ottobre 2014   12:19  

 Sulla vicenda della mega discarica dei veleni di Bussi sul Tirino c'è il "terribile sospetto che anche i dati pubblici venivano alterati".

Lo ha detto in aula, dove si tiene il processo a porte chiuse, il pm Anna Rita Mantini durante il suo intervento.

Il pm nella sua ricostruzione dei fatti ha fatto vedere un appunto interno Montedison del 2001 con scritto "clorurati in falda h2o - obiettivi di bonifica concordati con enti che danno valori residuali superiori a quelli in tabella".

Per l'accusa insomma si tratterebbe di una ''sistematica falsificazione dei dati'', affermazione supportata da alcune slide con le tabelle dove i dati del mercurio veri e quelli falsi passavano, ad esempio, da 100 a 14 per lo stesso pozzetto.

Il pm in aula ha fatto vedere una e-mail interna tra due dipendenti in cui ''ci si lamentava con l'altro che era troppo sistematica l'alterazione''.

La Mantini ha poi proseguito raccontando che in uno studio di una società, la Erl del 1993, realizzato proprio per la Montedison si parlava esplicitamente di 'probabile rischio per prodotti agricoli' e 'preoccupazione per eventuali utenti dell'acqua sotterranea a valle dello stabilimento e a valle delle discariche' PM, a Bussi i crimini peggiori "Sono stati commessi crimini tra i peggiori del genere in Italia, sulla testa di decine di migliaia di persone.

Le pubbliche autorità avvertirono Montedison dell'inquinamento delle acque dei pozzi e non i cittadini, le vittime". Sarebbe questo uno dei passaggi in aula del pm Anna Rita Mantini, durante la requisitoria, nell'ambito del processo a porte chiuse in Corte d'Assise, a Chieti, sulla megadiscarica dei veleni di Bussi sul Tirino 


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