Processo e prescrizione breve, ecco le conseguenze sui processi sui crolli dell'Aquila

14 Aprile 2011   00:32  

La norma sul processo breve nelle valutazioni tanto dell'opposizione quanto della magistratura ha la duplice, gravissima, colpa di gettare un colpo di spugna non solo su un'enorme quantità di processi, ma anche di andare a colpire oltre ai procedimenti a carico del premier, anche quelli per reati particolarmente gravi e socialmente rilevanti. Tra questi ultimi l'inchiesta sui crolli seguiti al terremoto dell'Aquila, quello per la strage di Viareggio con 32 vittime e 38 indagati tra cui l'ad di Fs, Mauro Moretti, quello per il Crac Parmalat, con 100mila risparmiatori truffati e 22 persone imputate per bancarotta e associazione a delinquere, oltre a una serie di banche indagate e imputate, il processo per il Crac Cirio, il processo Eternit di Torino (dove ci sono quasi 3.000 parti offese) e quello per lo scandalo rifiuti a Napoli.

LE NOVITA' INTRODOTTE DAL DDL

Il testo uscito dalla commissione Giustizia della Camera ha modificato profondamente quello arrivato da Palazzo Madama innanzitutto cancellando la contestatissima norma transitoria che applicava il limite massimo per ogni fase del processo anche ai processi in corso, relativi a reati puniti con pena inferiore a 10 anni di reclusione e commessi fino al 2 maggio 2006.

Termine massimo per ogni fase del processo ma senza estinzione. La commissione presieduta dalla finiana Giulia Bongiorno inoltre ha confermato i "termini di fase" per ciascun grado del giudizio, diversamente articolati in funzione della gravità del reato: per i reati puniti con pena inferiore a dieci anni: tre anni per il primo grado; due anni per l'appello; un anno e sei mesi in fase di Cassazione; un anno per ogni ulteriore grado del processo nel caso di annullamento con rinvio da parte della Corte di Cassazione. Per i reati puniti con pena superiore: rispettivamente, quattro anni, due anni e un anno e sei mesi e un anno. Per reati di particolare allarme sociale, tra i quali quelli di mafia e terrorismo: cinque anni, tre anni, due anni e un anno e sei mesi. Tuttavia, il testo approdato in Aula non prevede l'estinzione del processo nel caso di 'sforamento' dei termini previsti dal provvedimento, bensì una comunicazione da parte del capo dell'ufficio giudiziario cui appartiene il giudice che procede al ministro della Giustizia e al procuratore generale presso la corte di Cassazione.

Prescrizione breve. Nel corso dell'esame in commissione è stato approvato un articolo aggiuntivo del relatore Maurizio Paniz (Pdl) che modifica l'articolo 161 del codice penale in materia di effetti dell'interruzione della prescrizione del reato. Quando la prescrizione viene interrotta, in seguito agli atti previsti dall'articolo 160 del codice penale, il termine di prescrizione già decorso viene meno e comincia nuovamente a decorrere dal giorno dell'interruzione. Nel testo targato Pdl si pongono limiti al prolungamento del tempo necessario a prescrivere per gli incensurati: nell'articolo 161 del codice penale vigente un reato è prescritto una volta trascorsi gli anni del massimo della pena prevista da quel reato più un quarto (della pena stessa); con il nuovo articolo 161 si passa da un quarto ad un sesto. Fanno eccezione i reati di grave allarme sociale di cui all'articolo 51, commi 3-bis e 3-quater (mafia, terrorismo e altri delitti ad essi assimilati), del codice di procedura penale.

Reati contabili. Nei giudizi davanti alla corte dei conti il processo si estingue se, dall'atto di citazione, sono trascorsi più di 3 anni senza che sia stato emesso il provvedimento che definisce il giudizio di primo grado. Un termine che scende a 2 anni in caso di appello.



Quanto ai grandi numeri, proiezioni realizzate tanto dal Consiglio superiore della magistratura quanto dall'Associazione nazionale magistrati denunciano che la nuova legge fortemente voluta da Pdl e Lega sarà nella sostanza un'amnistia mascherata con oltre 15.000 reati azzerati da un giorno all'altro e l'azzeramento di migliaia e migliaia.

Si tratta dell'effetto dell'elemento portante del nuovo testo approvato lo scorso gennaio dal Senato. Anche se viene comunemente chiamato ancora "processo breve", in realtà il cuore del provvedimento è la norma sulla prescrizione che, se approvata, estinguerà anche il processo Mills che vede imputato il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.

fonte repubblica


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