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La norma sul processo breve nelle valutazioni tanto dell'opposizione quanto della magistratura ha la duplice, gravissima, colpa di gettare un colpo di spugna non solo su un'enorme quantità di processi, ma anche di andare a colpire oltre ai procedimenti a carico del premier, anche quelli per reati particolarmente gravi e socialmente rilevanti. Tra questi ultimi l'inchiesta sui crolli seguiti al terremoto dell'Aquila, quello per la strage di Viareggio con 32 vittime e 38 indagati tra cui l'ad di Fs, Mauro Moretti, quello per il Crac Parmalat, con 100mila risparmiatori truffati e 22 persone imputate per bancarotta e associazione a delinquere, oltre a una serie di banche indagate e imputate, il processo per il Crac Cirio, il processo Eternit di Torino (dove ci sono quasi 3.000 parti offese) e quello per lo scandalo rifiuti a Napoli.
LE NOVITA' INTRODOTTE DAL DDL
Il  testo uscito dalla commissione Giustizia della Camera ha modificato  profondamente quello arrivato da Palazzo Madama innanzitutto cancellando  la contestatissima  norma transitoria che applicava il limite massimo  per ogni fase del  processo anche ai processi in corso, relativi a reati  puniti con pena  inferiore a 10 anni di reclusione e commessi fino al 2  maggio 2006.
 
 Termine massimo per ogni fase del processo ma senza estinzione. La  commissione presieduta dalla finiana Giulia Bongiorno inoltre ha  confermato i "termini di fase" per ciascun grado del giudizio,  diversamente  articolati in funzione della gravità del reato: per i reati  puniti con  pena inferiore a dieci anni: tre anni per il primo grado;  due anni per  l'appello; un anno e sei mesi in fase di Cassazione; un  anno per ogni  ulteriore grado del processo nel caso di annullamento con  rinvio da parte della Corte di Cassazione. Per i reati puniti con pena  superiore: rispettivamente,  quattro anni, due anni e un anno e sei mesi e  un anno. Per reati di  particolare allarme sociale, tra i quali quelli  di mafia e terrorismo:  cinque anni, tre anni, due anni e un anno e sei  mesi. Tuttavia, il  testo approdato in Aula non prevede l'estinzione del  processo nel caso  di 'sforamento' dei termini previsti dal  provvedimento, bensì una comunicazione  da parte del capo dell'ufficio  giudiziario cui appartiene il giudice  che procede al ministro della  Giustizia e al procuratore generale  presso la corte di Cassazione.
 
 Prescrizione breve. Nel  corso dell'esame in commissione è stato approvato un articolo  aggiuntivo del relatore Maurizio Paniz (Pdl) che modifica l'articolo 161  del codice penale in materia di effetti dell'interruzione della  prescrizione del reato. Quando la prescrizione viene interrotta, in  seguito agli atti previsti dall'articolo 160 del codice penale, il  termine di prescrizione già decorso viene meno e comincia nuovamente a  decorrere dal giorno dell'interruzione. Nel testo targato Pdl si pongono  limiti al prolungamento  del tempo necessario a prescrivere per gli  incensurati: nell'articolo  161 del codice penale vigente un reato è  prescritto una volta trascorsi  gli anni del massimo della pena prevista  da quel reato più un quarto  (della pena stessa); con il nuovo articolo  161 si passa da un quarto ad  un sesto. Fanno eccezione i reati di grave  allarme sociale di cui  all'articolo 51, commi 3-bis e 3-quater (mafia,  terrorismo e altri delitti ad essi assimilati), del codice di procedura  penale.
 
 Reati contabili. Nei giudizi davanti  alla corte dei  conti il  processo si estingue se, dall'atto di  citazione, sono  trascorsi più di 3 anni  senza che sia stato emesso il  provvedimento che definisce il giudizio di primo  grado. Un termine che  scende a 2 anni in caso di appello.
Quanto ai grandi numeri, proiezioni realizzate  tanto dal Consiglio superiore della magistratura quanto  dall'Associazione nazionale magistrati denunciano che la nuova legge  fortemente voluta da Pdl e Lega sarà nella sostanza un'amnistia  mascherata con oltre 15.000 reati azzerati da un giorno all'altro e  l'azzeramento di migliaia e migliaia.
Si tratta dell'effetto dell'elemento portante del nuovo testo approvato  lo scorso gennaio dal Senato. Anche se viene comunemente chiamato  ancora "processo breve", in realtà il cuore del provvedimento è la norma sulla prescrizione che, se approvata, estinguerà  anche il processo Mills che vede imputato il presidente del Consiglio,  Silvio Berlusconi. 
fonte repubblica