Pronti al voto: ecco come funziona la legge elettorale

22 Febbraio 2013   10:44  

Domenica 24 e lunedì 25 si vota, ma il voto come funziona?

L'attuale legge elettorale, la cosiddetta “porcellum” creata dal leghista Caldoreli e attualmente vigente, non permette di esprimere voto di preferenza.

Ciascun elettore può solo e semplicemente scegliere il partito al quale affidare la sua preferenza, barrando il relativo simbolo sulla scheda elettorale.

I rappresentati dei singoli partiti vengono eletti in base alle liste precedentemente stilate dai singoli partiti, e note. Quel che conta è il posizionamento in lista, più è in alto, maggiori sono le probabilità di essere eletti.

I parlamentari sono 945:  630 deputati e 315 senatori.

Alla Camera dei Deputati, si prevede un meccanismo semplice. Qui il premio di maggioranza è su base nazionale. La coalizione che, nel Paese, raggiungerà la maggioranza relativa (e cioè anche un solo voto in più delle altre coalizioni) si aggiudicherà il 55% dei seggi parlamentari.

Il punto dolente è il Senato, dove si rischia che chi vince non camanda. Sappiamo infatti che alcune regioni sono storicamente di destra, altre storicamente di sinistra. Per la precisione, le tre regioni italiane più popolose sono anche quelle storicamente più “di destra”, soprattutto da quando la Lega è alleata al PDL: Lombardia, Veneto e Sicilia.

Se spostiamo a livello locale il premio di maggioranza, possiamo fare in modo che – vincendo in queste tre regioni – si possa pareggiare o quasi  il numero dei senatori, pure perdendo in tutte le altre regioni del Paese.

La Legge Calderoli dunque essa assegna il premio di maggioranza per il Senato alla coalizione che abbia la maggioranza relativa in ogni singola regione. Vincendo in Sicilia, Lombardia e Veneto al Senato si ottengono 55 seggi su una maggioranza è di 158 voti. Questo vi fa capire perché si parla di queste tre regioni come di regioni “chiave”.

Alla coalizione favorita (in questo caso, quella composta da PD, SEL e PSI) basterà perdere in quelle tre regioni – pur vincendo in tutte le altre – per avere una maggioranza molto risicata al Senato. Lo scenario delGoverno Prodi.

Ed ecco una tabella prodotta dal Fatto Quatidiano:


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