Il dolore e' la prima causa di accesso al PS per i pazienti con eta' inferiore ai 14 anni. Tuttavia solo nel 26 per cento delle strutture il dolore viene preso in considerazione, circa un terzo non lo misura attraverso apposite scale, quasi la meta' non applica protocolli per il trattamento del dolore. E' quanto emerso da un'indagine condotta in Italia su 19 Pronto Soccorso dal gruppo di studio Piper (Pain in Pediatric Emergency Room), presentata al 70esimo Congressi italiano di pediatria in corso a Palermo. In occasione dell'evento e' stato lanciato il progetto formativo NienteMaleJunior che ha lo scopo di aiutare i pediatri ospedalieri e di famiglia a capire l'importanza del dolore e le conseguenze nel bambino, nonche' come misurarlo e trattarlo. "Il dolore ha non ha solo conseguenze a breve termine ma anche a lungo termine, tra cui la cronicizzazione, l'alterazione della soglia del dolore, problemi psico-relazionali", ha spiegato Franca Benini, membro della Commissione Nazionale Terapia del Dolore e Cure Palliative e coordinatrice del Progetto Formativo NienteMaleJunior. "Stimoli dolorosi ripetuti, senza copertura analgesica, determinano infatti modificazioni strutturali e funzionali persistenti - ha comntinuato - del sistema nocicettivo/antalgico. Queste rimangono per tutta la vita e modificano la soglia del dolore. A tutte le eta', uno stimolo doloroso lascia traccia nella memoria". Per questo, secondo gli epserti, non bisogna sottovalutare il dolore, imparando a misurarlo e a trattarlo.