Proposta della Lega: Stop a "Sindaca" e "Avvocata" negli Atti Pubblici, Multe fino a 5000 Euro

21 Luglio 2024   19:35  

Il Senatore Potenti firma la proposta di legge per preservare l'integrità della lingua italiana

La Lega ha presentato una proposta di legge che mira a vietare l'uso del genere femminile per neologismi applicati ai titoli istituzionali, gradi militari, titoli professionali, onorificenze e incarichi individuati da atti con forza di legge. Il testo, firmato dal senatore Manfredi Potenti, è ancora in fase di bozza ma già chiarisce le sue intenzioni nelle premesse.

La Proposta di Legge

La proposta di legge intende "preservare l'integrità della lingua italiana ed evitare l'impropria modificazione dei titoli pubblici, come 'Sindaco', 'Prefetto', 'Questore', 'Avvocato', dai tentativi 'simbolici' di adattarne la loro definizione alle diverse sensibilità del tempo". Potenti sottolinea la necessità di evitare che la battaglia per la parità di genere ricorra a "eccessi non rispettosi delle istituzioni" attraverso l'uso creativo della lingua italiana nei documenti ufficiali.

Le Disposizioni Specifiche

L'articolo 3 del testo legislativo stabilisce il "divieto del ricorso discrezionale al femminile o sovraesteso o a qualsiasi sperimentazione linguistica" negli atti pubblici. È ammesso l'uso della doppia forma o del maschile universale, inteso in senso neutro e privo di connotazioni sessiste. L'obiettivo, come delineato nell'articolo 1, è "preservare la pubblica amministrazione dalle deformazioni letterali derivanti dalle necessità di affermare la parità di genere nei testi pubblici".

Le Sanzioni

Il capitolo delle sanzioni (articolo 5) prevede che la violazione degli obblighi comporti una sanzione pecuniaria amministrativa variabile da 1.000 a 5.000 euro. Questa misura intende garantire il rispetto delle nuove disposizioni linguistiche negli atti ufficiali.

Le Reazioni

La proposta ha suscitato un acceso dibattito. Sostenitori del provvedimento ritengono che sia necessario per mantenere la coerenza linguistica e il rispetto delle istituzioni. Altri, invece, criticano l'iniziativa come un passo indietro nella lotta per la parità di genere, sottolineando l'importanza dei titoli femminili come riconoscimento dell'identità e del ruolo delle donne nella società.

Conclusioni

Il disegno di legge della Lega rappresenta un tentativo di regolamentare l'uso della lingua italiana negli atti pubblici per evitare modificazioni ritenute improprie. La proposta, se approvata, potrebbe avere un impatto significativo sulla terminologia ufficiale e sul dibattito relativo alla parità di genere in Italia.


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