Prostitute nigeriane sfruttate risarcite con cinquantamila euro

una sentenza del tribunale che farà giurisprudenza

02 Giugno 2012   10:52  

Dopo quattro anni di indagine e 19 condanne si è arrivati ad una sentenza del tribunale della Corte d’assise d’appello di L’Aquila che farà giurisprudenza: 17 donne nigeriane costrette a prostituirsi tra Marche e Abruzzo, sulla “Bonifica del Tronto”, si sono viste riconoscere, come risarcimento compensativo, una provvisionale immediata di 50mila euro.

L’operazione Sahel, avviata nel 2007 dai Carabinieri del Ros di L’Aquila, si è conclusa dunque con un risultato che apre un nuovo scenario: il riconoscimento del diritto al risarcimento del danno per le vittime della tratta di esseri umani.

La sentenza prevede infatti che la confisca dei beni sequestrati vada a beneficio delle vittime e delle associazioni che si sono costituite a loro sostegno (On the Road Onlus e Coop Be Free) anziché a beneficio dello stato.

"E' un risultato importante, frutto di un lavoro investigativo straordinario e di un impegno che non deve mai venir meno quando in gioco ci sono i diritti umani”.

Il presidente dell’associazione On the Road, Vincenzo Castelli, accoglie con soddisfazione la sentenza pronunciata dal gup al termine del processo di competenza della Procura distrettuale antimafia concluso a L’Aquila.

Per le vittime, i legali dell’associazione avevano chiesto il sequestro conservativo dei beni confiscati agli sfruttatori.

Alcune delle ragazze costrette a prostituirsi sulla Bonifica del Tronto in condizioni di grave sfruttamento, riconosciute parte offesa nel processo de L’Aquila, hanno beneficiato di programmi di protezione sociale e sono state accolte nelle case rifugio di On the Road.

Oggi per loro è finito un incubo e c’è un buon motivo per continuare a sperare in un futuro migliore.

 


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