Protesta alla Regione: I Dipendenti Tekne Chiedono Risposte sul Loro Futuro

10 Dicembre 2024   16:49  

Da luglio senza stipendio, 200 lavoratori dell’azienda Tekne di Ortona manifestano a Pescara per sollecitare interventi concreti dalla Regione Abruzzo.

Questa mattina circa 200 dipendenti della Tekne Spa di Ortona si sono radunati davanti all’assessorato alle attività produttive della Regione Abruzzo, a Pescara, per denunciare una situazione di grave difficoltà economica e chiedere garanzie sul loro futuro lavorativo. L’azienda, attiva nella progettazione e produzione di veicoli industriali speciali, nonché di sistemi elettronici per la difesa e la sicurezza civile e militare, si trova in una situazione di crisi che ha portato al mancato pagamento degli stipendi da luglio.

I dipendenti, esasperati dall’assenza di certezze, si sono rivolti alla Regione per sollecitare una presa di posizione decisa. Andrea De Lutis, segretario provinciale della Fiom Cgil Chieti, ha descritto la situazione come “estremamente delicata”. Ha spiegato che l’ultimo pagamento ricevuto dai lavoratori risale al 25 ottobre, ma era riferito alle retribuzioni arretrate di luglio. La mancanza di un flusso regolare di entrate ha gettato molte famiglie nella precarietà, mentre il futuro dell’azienda resta incerto.

Tekne Spa, considerata una realtà strategica nel settore industriale e tecnologico, vanta importanti commesse, soprattutto dal Ministero della Difesa. Nonostante le difficoltà, l’azienda rappresenta un punto di riferimento per l’innovazione nel comparto automotive e militare. Questo ha attirato l’attenzione di alcuni gruppi imprenditoriali interessati a un possibile salvataggio.

De Lutis ha sottolineato l’importanza di preservare il know-how e le competenze che Tekne ha accumulato negli anni: “È un patrimonio di innovazione e professionalità che deve essere tutelato per il bene del territorio e del settore industriale nazionale.”

I lavoratori chiedono risposte immediate per affrontare l’emergenza salariale, ma anche una visione chiara sul rilancio dell’azienda. L’intervento della Regione potrebbe essere decisivo per sbloccare la situazione e garantire la continuità di una realtà che contribuisce in modo significativo all’economia locale.

Nel frattempo, la protesta rappresenta solo il primo passo di una mobilitazione che potrebbe intensificarsi se non verranno fornite soluzioni concrete nelle prossime settimane.


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