Protesta dell’Istituto Tito Acerbo, domani in corteo alla Provin

06 Giugno 2007   16:29  
Scenderanno in piazza i docenti e gli studenti dell’Istituto Tito Acerbo, stanchi di non riuscire a ottenere risposte concrete a un problema da troppo tempo rinviato e che rischia di diventare ora un ostacolo serio per la crescita della prima scuola nata a Pescara, il 1 ottobre 1923. Una scuola che, nonostante la crescita esponenziale verificatasi negli ultimi anni (iscrizioni aumentate di 100 unità nel 2006, nove prime classi e 5 aule in più), l’ubicazione strategica nei pressi della stazione centrale (comoda per i molti alunni che arrivano in treno dai paesi limitrofi) e l’alto valore storico della struttura, rischia ora di trovarsi senza preside e di dover subire un accorpamento inutile quanto ingiustificato con l’istituto professionale Di Marzio. Inizialmente l’Istituto Acerbo contava oltre tremila iscritti e sette succursali in tutto il territorio. La scissione di una parte, voluta dal Ministero dell’Istruzione, formò l’Istituto Aterno mentre le aule rimaste libere sono state occupate dagli studenti del Liceo scientifico “Galilei” di Pescara con l’accordo, sottolineano i docenti dell’Acerbo, di doverle restituire in caso di necessità da parte dell’Itc. Dal 1999, anno dell’accordo, quelle aule sono tutt’ora occupate dal Galilei, di cui molte usate solo come sale riunioni o per il ricevimento e quella che doveva essere una situazione transitoria si è trasformata in una situazione definitiva, a svantaggio dell’Acerbo che, pur essendo una scuola tecnica, non ha a disposizione aule adatte per i laboratori. Il corpo docente ha quindi richiesto l’intervento dell’assessore provinciale all’Istruzione Vincenzo Fidanza e del presidente della Provincia, Pino De Dominicis, per cercare di risolvere la questione logistica ma non hanno avuto risposte. “E’ da circa un anno che aspettiamo un confronto – ha detto Dino Lucente, presidente del Consiglio d’Istituto – per arrivare a scoprire oggi che l’assessore Fidanza, in accordo con l’Ufficio scolastico regionale, ha chiesto l’accorpamento del nostro istituto con la Di Marzio, con la soppressione della presidenza dell’Acerbo, per riempire le loro aule rimaste vuote con gli studenti dell’Itc. Noi non abbiamo nulla contro la Di Marzio – sottolinea Lucente – ma riteniamo che le due scuole debbano avere una propria identità perché l’accorpamento porta, come già verificato in passato, a una perdita dell’ identità di un istituto nei confronti dell’altro”. Docenti, alunni e genitori, sfileranno dunque in un corteo di protesta dall’Istituto fino al palazzo della Provincia, per chiedere di essere finalmente ascoltati e non “rinviati” alla prossima udienza. Tutti sono determinati a risolvere i problemi logistici della scuola senza accorpamenti anomali che possano pregiudicare l’esistenza stessa dell’Istituto che, proseguono i docenti “deve avere il suo preside, la sua segreteria e le sue aule, perché lo chiede la storia e lo chiede la città di Pescara”. Valentina Tenaglia

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