Scenderanno in piazza i docenti e gli studenti dellIstituto Tito Acerbo, stanchi di non riuscire a ottenere risposte concrete a un problema da troppo tempo rinviato e che rischia di diventare ora un ostacolo serio per la crescita della prima scuola nata a Pescara, il 1 ottobre 1923. Una scuola che, nonostante la crescita esponenziale verificatasi negli ultimi anni (iscrizioni aumentate di 100 unità nel 2006, nove prime classi e 5 aule in più), lubicazione strategica nei pressi della stazione centrale (comoda per i molti alunni che arrivano in treno dai paesi limitrofi) e lalto valore storico della struttura, rischia ora di trovarsi senza preside e di dover subire un accorpamento inutile quanto ingiustificato con listituto professionale Di Marzio.
Inizialmente lIstituto Acerbo contava oltre tremila iscritti e sette succursali in tutto il territorio. La scissione di una parte, voluta dal Ministero dellIstruzione, formò lIstituto Aterno mentre le aule rimaste libere sono state occupate dagli studenti del Liceo scientifico Galilei di Pescara con laccordo, sottolineano i docenti dellAcerbo, di doverle restituire in caso di necessità da parte dellItc. Dal 1999, anno dellaccordo, quelle aule sono tuttora occupate dal Galilei, di cui molte usate solo come sale riunioni o per il ricevimento e quella che doveva essere una situazione transitoria si è trasformata in una situazione definitiva, a svantaggio dellAcerbo che, pur essendo una scuola tecnica, non ha a disposizione aule adatte per i laboratori. Il corpo docente ha quindi richiesto lintervento dellassessore provinciale allIstruzione Vincenzo Fidanza e del presidente della Provincia, Pino De Dominicis, per cercare di risolvere la questione logistica ma non hanno avuto risposte. E da circa un anno che aspettiamo un confronto – ha detto Dino Lucente, presidente del Consiglio dIstituto – per arrivare a scoprire oggi che lassessore Fidanza, in accordo con lUfficio scolastico regionale, ha chiesto laccorpamento del nostro istituto con la Di Marzio, con la soppressione della presidenza dellAcerbo, per riempire le loro aule rimaste vuote con gli studenti dellItc. Noi non abbiamo nulla contro la Di Marzio – sottolinea Lucente – ma riteniamo che le due scuole debbano avere una propria identità perché laccorpamento porta, come già verificato in passato, a una perdita dell identità di un istituto nei confronti dellaltro. Docenti, alunni e genitori, sfileranno dunque in un corteo di protesta dallIstituto fino al palazzo della Provincia, per chiedere di essere finalmente ascoltati e non rinviati alla prossima udienza. Tutti sono determinati a risolvere i problemi logistici della scuola senza accorpamenti anomali che possano pregiudicare lesistenza stessa dellIstituto che, proseguono i docenti deve avere il suo preside, la sua segreteria e le sue aule, perché lo chiede la storia e lo chiede la città di Pescara.
Valentina Tenaglia
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