Provincia di Teramo: dopo anni di caos ora "nuovo patto etico"

Decenni di gravi irregolarità

04 Agosto 2010   11:16  

"Un ente ingessato mal organizzato e mal gestito, sull'orlo del collasso finanziario". Poi ancora: "Carico di debiti e largamente inefficiente". Eì qaunto uscito dalla bocca dell'attuale presidente della Provincia di Teramo Valter Catarra in riferimento alla passata gestione di Ernino D'Agostino.

"Una struttura deficitaria, carente, con troppi dirigenti" continua circa la circolazione del report degli ispettori del Ministero del Tesoro, che mette in luce presunte "irregolarità e carenze" avutesi nel lasso di tempo tra il 2004 e il 2009. Con una coda temporale che tra l'altro ha interessato lo stesso Catarra.

La relazione del Ministero ha disvelato anni di cattiva amministrazione e strapotere dei dirigenti, procedure irregolari e anomale, compensi e incentivi regalati, incarichi e appalti affidati senza logica. Una stagione dell'ente provincia  che Catarra, e la sua giunta, intendono chiudere, rilanciando, anzi, aprendo una nuova fase all'insegna di un "patto etico in cui ciascuno faccia il proprio dovere e in cui i dipendenti possano riappropriarsi dell'orgoglio e dell'amor proprio per un futuro dell'ente che sia chiaro e trasparente. Ed efficiente".

Il dossier che ha portato a queste dichiarazioni è un corpus di 400 pagine che mette sotto accusa dieci anni della Provincia di Teramo, nella gestione che fu di Claudio Ruffini prima e Ernino D'Agostino non citati nel dossier che però specifica, ad uno ad uno, gli atti dirigenziali sospetti.

L'ispezione dalla quale nasce il dossier risale ad alcuni mesi dopo l'insediamento della nuova giunta di centrodestra, nel giugno del 2009: in seguito ad un esposto il ministero dell'Economia e delle Finanze invia l'ispettore Cesare Carassai che, dopo aver studiato per due mesi e mezzo le carte, tira le somme nel corposo dossier.

Il plico finito sul tavolo di Catarra  ha naturalmente messo in subbuglio l'ente.

Il dossier di Tremonti porta il numero di protocollo 62.338, ed è datato Roma 22 luglio 2010.

Al centro del rapporto ci sono infatti atti riconducibili a dirigenti tuttora in servizio, a ex dirigenti dell'ente e all'ex direttore generale, Francesco Grue. Atti risalenti all'epoca delle amministrazioni di centrosinistra, dal 1999 in poi, guidate prima da Claudio Ruffini e poi da Ernino D'Agostino. Dai due esponenti politici, attualmente consigliere regionale del Pd e capogruppo del Pd in consiglio provinciale, non è arrivato ieri alcun commento sul merito della vicenda.
Sulla prima pagina spicca la frase: "Verifica amministrativo-contabile alla Provincia di Teramo". E subito dopo: "Gli accertamenti svolti hanno posto in evidenza irregolarità e carenze... si affida all'iniziativa di codesto ente l'adozione di provvedimenti idonei alle eliminazioni delle criticità rilevate... le risposte dovranno essere trasmesse anche alla procura regionale della Corte dei conti".

L'elenco delle irregolarità - su cui indagheranno le procure - è lunghissimo.

"Indebita attribuzione degli incentivi per la progettazione a personale non facente parte dei ruoli tecnici"; "Anomale modalità di gestione dei fondi Cipe del 2003", riferiti a premi per la produttività e pari a 300mila euro; l'erogazione di compensi per migliaia di euro per "ordinaria attività di servizio non ricollegabile al raggiungimento di risultati aggiuntivi apprezzabili rispetto alla normale prestazione lavorativa".

Accuse per dipendenti  ma anche, e ben più gravi, per dirigenti.

"Gravi illegittimità in sede di determinazione del trattamento retributivo accessorio della dirigenza".

Il punto più scottante al  numero 14 del dossier: "Violazione delle norme del codice dei contratti pubblici", vale a dire affidamenti di appalti e, soprattutto, di incarichi di progettazione a professionisti esterni.

La Provincia di Teramo oggi, guidata da Valeter Catarra, vuole cambiare registro e punta tutto su Gianna Becci, e nell'esperienza amministrativa di quest'ultima.
Catarra per riportare la Provincia di Teramo sulla retta via ed è proprio a lei che la giunta ha affidato il mandato di analizzare le carte e prendere i provvedimenti richiesti dalla Ragioneria generale dello Stato, il dipartimento del ministero che ha svolto l'ispezione.

A margine della conferenza stampa Catarra ha voluto anche ribadire la sua fiducia nell'operato della giunta, "è una squadra che ho scelto e che sceglierei ancora", ha detto, mettendo a tacere le voci su eventuali rimpasti e tensioni interne.
Nel frattempo ieri sono arrivate anche le prime reazioni dei gruppi provinciali di minoranza (Pd, Idv e Sinistra ecologia e libertà), che hanno chiesto che tutta la documentazione ministeriale sia messa a disposizione dei gruppi e parallelamente venga convocata con urgenza la VII commissione per discutere della relazione degli ispettori

 

 

 


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