Dati preoccupanti per il capoluogo abruzzese: tra disuguaglianze crescenti, inefficienze e arretratezze, il Partito Democratico denuncia immobilismo e propaganda.
L’Aquila registra un netto peggioramento nella classifica della qualità della vita 2024 stilata da Il Sole 24 Ore, scivolando al 67° posto tra le 107 province italiane, con una perdita di ben 13 posizioni rispetto all'anno precedente. Una situazione che ha suscitato dure critiche da parte del Partito Democratico, che non ha risparmiato attacchi all’amministrazione del sindaco Pierluigi Biondi.
Tra i dati più allarmanti spicca la pessima gestione delle reti idriche, che colloca L’Aquila al 105° posto a livello nazionale. Una problematica evidenziata, ironia della sorte, proprio da un recente episodio che ha lasciato per ore il centro storico senz’acqua.
Anche il capitolo trasporti non offre consolazioni: la città è al 105° posto per tasso di motorizzazione, a testimonianza di una cronica assenza di politiche per un trasporto pubblico efficiente e sostenibile.
Sul fronte della sostenibilità, il quadro non migliora: L’Aquila si trova tra gli ultimi posti per densità di impianti fotovoltaici e illuminazione pubblica sostenibile, segnando una netta carenza di attenzione verso l’energia rinnovabile.
In ambito economico, il rapporto tra ricchezza e consumi rivela un quadro di forti disuguaglianze sociali: se da un lato i depositi bancari sono in aumento, dall’altro molte famiglie faticano ad arrivare a fine mese, mentre i canoni di locazione e i prezzi dei beni alimentari continuano a salire.
L’Aquila si attesta al 74° posto per ricchezza e consumi, con valori negativi per prestiti pro capite e spesa in beni durevoli. Il divario tra benestanti e meno abbienti sembra, quindi, allargarsi sempre di più.
Sul fronte del lavoro, la situazione è altrettanto critica. La provincia si posiziona al 76° posto per tasso di mancata partecipazione al lavoro e al 93° per la creazione di nuove imprese, mostrando una preoccupante stagnazione economica.
Per il turismo, i dati smontano le narrazioni ottimistiche: con un 92° posto per presenze turistiche, L’Aquila dimostra di non essere ancora una meta attrattiva, nonostante gli investimenti e le iniziative propagandate dall’amministrazione.
La sanità locale non fa eccezione al trend negativo: con un 88° posto per emigrazione ospedaliera, sempre più cittadini si rivolgono a strutture sanitarie fuori provincia, una chiara indicazione del malfunzionamento del sistema sanitario locale.
Preoccupante anche il dato sulla solitudine, che evidenzia un elevato numero di persone che vivono sole, aggravando l’indice di fragilità urbana.
Nonostante i titoli di Capitale Italiana della Cultura 2026 e di Capitale dello Sport, le statistiche raccontano una realtà diversa. L’Aquila è solo al 63° posto per spesa in cultura e al 76° per indice di sportività, segnando un chiaro scollamento tra obiettivi proclamati e risultati concreti.
In una nota ufficiale, il Partito Democratico ha puntato il dito contro la gestione dell’amministrazione comunale, accusandola di immobilismo e di eccessiva enfasi propagandistica. «Questi dati – afferma il PD – squarciano il velo della retorica e mostrano una città in affanno su tutti i fronti, dal lavoro alla sanità, dalla sostenibilità ai servizi essenziali».
Il sindaco Biondi, invece, continua a difendere i risultati della sua amministrazione, sottolineando gli sforzi compiuti per rilanciare la città. Tuttavia, la discesa nella classifica della qualità della vita sembra difficile da giustificare di fronte ai numeri impietosi.