RIA, i dirigenti e funzionari sarebbero costati tra i 70 ed i 100milioni alla regione Abruzzo!

22 Luglio 2014   10:50  

Si delineano risvolti assurdi dopo la sentenza sulla RIA (Retribuzione Individuale di Anzianità) che la Corte Costituzionale ha rigettato perchè anticostituzionale.

Della RIA abbiamo parlato, come anche dell'unico Giudice del lavoro, Giuseppe Marchegiani del Tribunale di Teramo, che ha voluto chiedere il parere della Suprema Corte perchè si palesavano evidenti difetti di costituzionalità ed ha avuto ragione.

Ora che il clima è decisamente più sereno dalle parti delle casse regionali pare che il vero "conto della serva" non fosse di 20 milioni di euro, ma tra i 70 ed i 100 milioni, solo per gli scatti, incostituzionali, di anzianità commissionati attraverso tre Leggi regionali di sprovveduti legislatori.

Ora sarà l'avvocatura regionale che dovrà applicare la sentenza e già dal giorno dopo la pubblicazione in Gazetta Ufficiale i "poveri" dirigenti regionali e tutti quelli che hanno usufruito dell'anzianità non dovuta si vedranno decurtare le cifre non dovute.

Ma la partita, per il direttore amministrativo del Consiglio regionale Paolo Costanzi che insieme all'ex Presidente del Consiglio Nazario Pagano ed al suo direttore Guido D'Urbano hanno sollevato il caso rendendosi per primi conto della portata devastante che avrebbe avuto nelle casse regionali, non si chiuderà così.

Così adesso si apre il gioco più duro e difficile, quello dell'eventuale recupero delle somme che ora sono palesate come non dovute ai vari dipendenti, somme che si aggirano attorno all'1,6 milioni di euro.

Quello che si è palesato è, però, la "campana di vetro" sotto cui sono inseriti economicamente, ma non solo, i dipendenti della nostra regione, tutelati e coccolati dal politico di turno.

Mentre i malati di SLA, la cultura, le ASL reclamavano fondi essenziali per la sopravvivenza di servizi fondamentali alla persona, all'interno del palazzo i dirigenti si spartivano ciò che la Corte Costituzionale ha chiaramente detto non gli fosse dovuto.

 

Caso, crediamo, unico in cui il settore amministrativo di un Ente regionale ricorre contro una Legge regionale approvata dall'organo politico e che ha anche ragione sul legislatore.

Un caso che dovrebbe far riflettere su chi realmente ha potere nei palazzi della politica e su chi si illude di averne!


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