Anche il presidente emerito della Regione Abruzzo, l´on. Giovanni Pace, interviene sulla vicenda dei rifiuti Campani con una lettera indirizzata al governatore Del Turco.
"Che si debba, come collettività, tentare con ogni mezzo di sottrarre i napoletani dalle ambasce che stanno drammaticamente vivendo ormai da troppo tempo, mi sembra che nessuno lo metta - e lo possa mettere - in dubbio", esordisce Pace nella lettera.
"Gli abruzzesi - scrive - avvertono il sentimento della solidarietà come un bisogno da soddisfare e perciò sono stati sempre solleciti ad organizzare e a realizzare interventi a soccorso di situazioni difficili, anche quelle - e lo riferisco solo a titolo di esempio - vissute qualche anno fa oltreoceano dagli abruzzesi emigrati in Argentina.
Allora bisogna pensare l´intervento di solidarietà in favore di Napoli: come realizzarlo? Accogliendo i rifiuti sin da oggi? L´essenziale - rileva l´ex presidente - è che domani esista ancora in questa regione lo spazio per stipare i rifiuti prodotti dal milione e trecentomila abruzzesi.
L´importante è capire se il direttore regionale al servizio ambientale, Franco Gerardini, che è professionista capace e persona seria e responsabile, tra l´altro ricco di esperienza di amministratore e parlamentare, abbia esagerato, o che sia stato mal interpretato l´altro ieri quando ha dichiarato che in Abruzzo non esisteva la possibilità di accogliere rifiuti altri".
Secondo Pace possiamo accogliere i rifiuti campani "purchè si accerti come infondata la notizia secondo la quale i rifiuti di Sulmona (abruzzesi), già vengono esportati in altra regione, a Isernia.
Nella lettera Giovanni Pace chiede infine al presidente Del Turco se "non ritiene utile che di queste cose il Consiglio regionale ne faccia motivo di riflessione e confronto.
Se si, potrebbe imitare il presidente Roselli a disporre apposita convocazione, magari adottando con appropriatezza la urgenza cui ha fatto ricorso impropriamente in altra occasione.
Le auguro buon lavoro, presidente - conclude la lettera - assicurando di essere sensibile e attento a questo dramma vissuto dai napoletani, che non è un dramma naturale, ma politico e sociale".
(AGI)